HTML5 perde il numero di versione?

Due giorni dopo la presentazione del logo ufficiale di HTML5 (ved. questo articolo) sul sito del "World Wide Web Consortium" (W3C), Ian Hickson - uno dei responsabili della stesura delle specifiche della nuova versione del linguaggio di markup - ha v...
HTML5 perde il numero di versione?

Due giorni dopo la presentazione del logo ufficiale di HTML5 (ved. questo articolo) sul sito del “World Wide Web Consortium” (W3C), Ian Hickson – uno dei responsabili della stesura delle specifiche della nuova versione del linguaggio di markup – ha voluto rimescolare le carte. Con un discusso post dal titolo “HTML è il nuovo HTML5“, Hickson ha spiegato che il materiale grafico reso disponibile dal W3C avrebbe dovuto essere rilasciato, in base alla programmazione stilata, solamente tra qualche mese, nel corso del 2011.
Il WHATWG, gruppo di lavoro che, di concerto con il W3C, si occupa dell’evoluzione del linguaggio HTML, non utilizzerà più il numero di versione ma si limiterà ad utilizzare unicamente il termine “HTML“. Le specifiche prodotte dal WHATWG, secondo quanto riportato da Hickson (dipendente di Google), sono da considerarsi come ben più di una bozza. “Non avrebbe più avuto senso continuare a riferirsi a tali specifiche come se fossero qualcosa di ancora non ben definito“.

Le dichiarazioni di Hickson sembrano essere sintomo di qualche tensione tra le due organizzazioni che si occupano dello sviluppo di HTML. “W3C resta l’organismo che sovrintende le procedure di standardizzazione di HTML5“, ha voluto precisare Ian Jacobs aggiungendo di non essere al corrente di come e se la decisione riportata da Hickson impatterà sul debutto ufficiale di HTML5.

Hickson ritiene che gli sviluppatori di browser riescano a seguire più semplicemente e con maggior interesse quello che egli chiama un “living standard” ossia specifiche migliorate continuamente che crescono con il tempo e si ampliano in termini di funzionalità.
Alcuni hanno approvato l’approccio di Hickson mentre altri si sono lamentati della potenziale “granularità” che la metodologia proposta potrebbe portare.

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