I capi che scrivono e-mail con l'AI sono percepiti come poco onesti

Ricerca rivela che le email generate o rielaborate con AI risultano più professionali ma fanno percepire i manager come meno sinceri.
I capi che scrivono e-mail con l'AI sono percepiti come poco onesti

Nel panorama attuale della comunicazione manageriale, la crescente adozione di strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale pone una questione centrale: come bilanciare la precisione offerta dalla tecnologia con il bisogno di autenticità nelle relazioni professionali?

Un recente studio pubblicato sull’International Journal of Business Communication getta luce su questa tematica, indagando la percezione di oltre 1.100 professionisti americani rispetto all’uso dell’AI nella redazione di email aziendali. Il risultato è un quadro sfaccettato, dove l’efficienza tecnica si scontra con la ricerca di fiducia e connessione umana.

La ricerca ha analizzato come i lavoratori statunitensi reagiscano a diversi livelli di intervento dell’AI nella stesura delle email aziendali. I messaggi prodotti con un forte contributo dell’AI risultano senza dubbio impeccabili dal punto di vista stilistico: struttura chiara, assenza di errori e una forma perfetta. Tuttavia, proprio questa perfezione si rivela un’arma a doppio taglio. I partecipanti hanno dimostrato di riconoscere l’autore umano nel 93% dei casi quando l’AI aveva un ruolo marginale, mentre la percentuale crolla al 25% se la tecnologia domina la composizione. Questo dato evidenzia una perdita di autenticità percepita, che va ben oltre il semplice contenuto del messaggio.

Tecnologia e autenticità: un equilibrio difficile da trovare

Le implicazioni emotive di questa dinamica sono tutt’altro che trascurabili. Numerosi dipendenti hanno definito i manager che delegano in modo eccessivo la scrittura all’AI come pigri o addirittura poco onesti, interpretando questa scelta come un segnale di distacco e di scarso coinvolgimento personale.

L’assenza di elementi personali, come riferimenti specifici al lavoro del team o un tono realmente umano, porta a una sensazione di freddezza e genericità che la perfezione formale non riesce a compensare. Il cuore della questione, quindi, risiede nel conflitto tra efficienza e fiducia: se da un lato la tecnologia elimina imperfezioni e velocizza i processi, dall’altro rischia di erodere quel capitale relazionale che costituisce la base della leadership.

Alla luce di questi risultati, lo studio pubblicato sull’International Journal of Business Communication propone un approccio equilibrato: utilizzare l’AI come supporto iniziale per la stesura di bozze e il miglioramento stilistico, ma senza rinunciare a una revisione personale e all’inserimento di dettagli autentici. La trasparenza sull’impiego di strumenti automatici e l’aggiunta di elementi specifici relativi al contesto lavorativo sono pratiche raccomandate per mantenere elevata la percezione di autenticità e rafforzare la fiducia all’interno del team di lavoro.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti