Il MIT vende ben 8 milioni di indirizzi IPv4: incasserà 200 milioni di dollari

L'università statunitense si appresta a mettere in commercio circa 8 milioni di indirizzi pubblici IPv4: probabilmente, stando alle voci di corridoio, li acquisterà Amazon.
Il MIT vende ben 8 milioni di indirizzi IPv4: incasserà 200 milioni di dollari

Quando le università e le principali istituzioni didattiche a livello mondiale sia accaparrarono un vasto numero di indirizzi pubblici IPv4, non era possibile neanche lontanamente immaginare quanto la rete Internet si sarebbe, negli anni successivi, estesa a livello mondiale.
Era facile prevedere che la rete Internet sarebbe cresciuta a dismisura e che avrebbe rivoluzionato le vite di ciascun individuo ma l’avvento dei dispositivi mobili costantemente connessi e il fenomeno Internet delle Cose non erano ipotizzabili.

Il protocollo IPv6 è nato proprio per superare il problema della penuria di indirizzi IPv4 che ormai sono terminati su scala globale: le grandi società di telecomunicazioni e i provider di servizi online se li tengono ben stretti.


Già anni fa avevamo spiegato cos’è IPv6 e a che cosa serve (IPv6 Cos’è e perché è importante in ottica Internet delle Cose e La rete Internet cambia: ecco l'”identikit” di IPv6. Le basi per prepararsi in tempo) e anche i principali provider italiani, seppur in ritardo, hanno recentemente iniziato la migrazione verso IPv6 (vedere, per esempio, Fastweb IP pubblico anche su IPv6 per i nuovi clienti).

Adesso il MIT (Massachusetts Institute of Technology), una delle più importanti università di ricerca del mondo, ha deciso di vendere 8 dei suoi 14 milioni di indirizzi IPv4.

Perché un istituto accademico dovrebbe disporre di ben 14 milioni di indirizzi che basterebbero per assolvere le necessità di un’intera nazione europea?
La risposta è: per nessun motivo. Ed è proprio per questo che il MIT ha appunto deciso di disfarsi di 8 milioni di indirizzi pubblici IPv4.

Il prezzo corrente di un IP pubblico si attesta tra 11 e 14 dollari: il MIT potrà così incamerare qualcosa come 200 milioni di dollari per indirizzi che, a suo tempo, furono acquisiti a titolo completamente gratuito.
Indiscrezioni suggeriscono che l’acquirente possa essere Amazon: la società di Jeff Bezos li utilizzerà, quasi sicuramente, per fornire i suoi servizi cloud e li metterà quindi a disposizione dei suoi clienti paganti.

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