Per gli appassionati dei sistemi Unix, una recente notizia proveniente dal mondo accademico è dolcetto natalizio. La School of Computing dell’Università dello Utah ha recuperato una copia su nastro magnetico, l’unica ad oggi conosciuta, di Unix v4 ovvero la prima versione del sistema operativo in cui sia il kernel che le utilità di base furono interamente sviluppati in C, segnando un punto di svolta nella storia dell’informatica.
La sfida del recupero di Unix 4
Il nastro in questione, un nastro a nove tracce 3M datato 1973, è sopravvissuto a più di 52 anni, un tempo notevole per un supporto magnetico. L’operazione di recupero è stata affidata ad Al Kossow di Bitsavers, che ha adottato una procedura altamente specializzata: il nastro è stato letto tramite un amplificatore della testina di lettura dedicato, collegato a un convertitore analogico-digitale multi-canale ad alta velocità, con il flusso di dati scaricato su circa 100 GB di RAM.
Successivamente, il software di analisi sviluppato da Len Shustek ha permesso di ricostruire i dati originali, stimati intorno ai 40 MB, corredati da un file README con istruzioni operative (download).
Il recupero del nastro non è stato solo un’operazione tecnica: il lavoro di squadra ha comportato anche una profonda ricerca storica, data la scarsità di documentazione dell’epoca. Unix v4 nasceva come esperimento di laboratorio e, al momento della sua release, era un progetto ancora confinato agli ambienti accademici. Il nastro recuperato risulta provenire dalle mani di Martin Newell.
Newell, oltre a lavorare su Unix, creò la “Utah teapot”, un piccolo modello tridimensionale di una teiera. L’oggetto, semplice ma ben definito geometricamente, divenne un punto di riferimento standard per testare algoritmi di grafica 3D, luci, ombre e rendering. Col tempo è diventato un’icona mondiale nella grafica computerizzata, spesso usata come esempio o “easter egg” nei software 3D.
Esecuzione e compatibilità
Unix v4 non è un sistema operativo “plug-and-play”. All’epoca richiedeva un DEC PDP-11, un minicomputer di fascia alta per gli standard del 1973. Oggi, l’emulazione è possibile tramite SimH, un software che permette di replicare il comportamento dell’hardware originale, consentendo di compilare e avviare parti del sistema operativo così come avveniva all’epoca. Per chi volesse solo curiosare, è disponibile uno screenshot del sistema operativo in esecuzione su Irix: uno scorcio dell’interfaccia e della logica di utilizzo di Unix negli anni ’70.
La leggenda del codice C
Oltre al valore storico, i curiosi possono immergersi nel codice sorgente originale di Unix v4, ricco di commenti che oggi hanno un valore quasi iconico.
Il famoso commento “you are not expected to understand this” appare proprio nel codice recuperato, simbolo della complessità e dell’ingegno dei programmatori pionieri del sistema.
Il ritrovamento di Unix v4 non è solo un evento di interesse storico, ma rappresenta una testimonianza concreta dell’evoluzione dei sistemi operativi, del linguaggio C e del suo autore Dennis Ritchie. Per i moderni sviluppatori e appassionati di informatica, offre l’opportunità unica di comprendere le radici di molte tecnologie odierne e di rivivere l’emozione della programmazione pionieristica su hardware ormai leggendario.
Credit: l’immagine in apertura è di Rob Ricci.