INAD, Indice Nazionale dei Domicili Digitali: cos'è e come funziona

Cos'è INAD, Indice Nazionale dei Domicili Digitali, pienamente operativo da luglio 2023 e quali sono le differenze rispetto alla banca dati accessibile tramite INI-PEC.

In attesa degli sviluppi relativi alla posta elettronica certificata (PEC) europea, un ruolo cruciale viene da oggi ricoperto da INAD, il nuovo Indice Nazionale dei Domicili Digitali. Si tratta di un registro nazionale che raccoglie le informazioni sui domicili digitali di persone fisiche, professionisti e altri enti di diritto privato.

Il domicilio digitale è l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata (PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, come definito dal Regolamento eIDAS, valido ai fini dell’invio di comunicazioni elettroniche aventi valore legale. Il cittadino che elegge un domicilio digitale accetta di ricevere in forma elettronica, di solito via PEC, comunicazioni con valore legale sia dalla Pubblica Amministrazione che da altri soggetti.

Non esiste alcun obbligo, per il cittadino, di registrarsi su INAD e attivare un domicilio digitale

L’istituzione dell’INAD, disponibile a questo indirizzo, non obbliga i cittadini a dotarsi di PEC: ad essere tenuti all’attivazione di un domicilio digitale restano i professionisti iscritti agli Albi, imprese e Pubbliche Amministrazioni. Per tutti gli altri professionisti e cittadini che non figurano in alcun Albo, l’elezione di un proprio dominio digitale su INAD è e resterà cosa assolutamente facoltativa. Un’opportunità quindi, della quale è possibile beneficiare o meno.

Gli interessati possono attivare un indirizzo PEC presso un gestore autorizzato quindi indicarlo su INAD affinché tale recapito si trasformi in un domicilio digitale, conseguentemente esposto alla Pubblica Amministrazione e agli altri soggetti. INAD non fornisce la possibilità di creare direttamente una PEC, né gratuitamente né a pagamento.

L’accesso a INAD per l’eventuale elezione del proprio domicilio digitale è possibile previo login tramite SPID, CIE o CNS. La consultazione è invece consentita a chiunque, senza necessità di autenticazione: basta digitare il codice fiscale del soggetto d’interesse nell’apposita casella, quindi avviare la ricerca.

La differenza tra INAD e INI-PEC

L’istituzione di INAD e l’avvio delle “operazioni” relative a questo nuovo strumento non spazza via INI-PEC ovvero la banca dati pubblica degli indirizzi di posta elettronica certificata utilizzati da professionisti e imprese presenti sul territorio italiano. Diversamente da INAD, su INI-PEC figurano i dati provenienti dal Registro Imprese, dagli Ordini e dai Collegi di appartenenza.

I legali e i soggetti che devono inviare documenti a valore legale, sono sempre tenuti ad accertarsi che l’indirizzo PEC del destinatario sia valido e attivo. In questo senso INAD e INI-PEC offrono un valido aiuto ai fini delle opportune verifiche.

Non solo. Dopo l’invio di una comunicazione via PEC, è essenziale controllare scrupolosamente di aver ricevuto la ricevuta di consegna completa, altrimenti l’invio non sarà utilizzabile ai fini di legge. Ne parliamo nell’articolo dedicato al funzionamento della PEC. Un caso emblematico è quello della casella PEC piena lato destinatario: è come se non si fosse inviato nulla.

Il domicilio digitale è personale e non può essere condiviso. Tuttavia, può accadere che un professionista che appare su INI-PEC perché iscritto in un Albo compaia anche su INAD. Questo succede nei casi in cui lo stesso soggetto avesse fornito mediante altri canali lo stesso indirizzo PEC alla Pubblica Amministrazione (si pensi per esempio al servizio dell’Agenzia delle Entrate per l’invio di un indirizzo PEC ai fini della notifica di eventuali atti).

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