La Cina è già prima al mondo per robot nelle fabbriche

Nel 2024 la Cina raggiunge 2.027.000 robot operativi, domina il mercato globale e rafforza la produzione domestica: scenari per industria e lavoro.
La Cina è già prima al mondo per robot nelle fabbriche

In Cina il settore dell’automazione industriale sta vivendo una fase di crescita senza precedenti, ridefinendo gli equilibri della competizione internazionale. Con un numero record di oltre 2 milioni di robot industriali attualmente operativi, il gigante asiatico si conferma leader indiscusso, distanziando in modo netto i principali concorrenti occidentali. La corsa cinese verso la supremazia tecnologica, alimentata da strategie industriali di lungo periodo e da una capacità produttiva senza eguali, sta riscrivendo le regole del gioco nell’industria manifatturiera globale.

Robot cinesi: i dati IFR

L’ultimo rapporto dell’IFR (International Federation of Robotics) evidenzia dati impressionanti: nel solo 2024, la Cina ha registrato ben 295.000 nuove installazioni di robot, un dato che rappresenta il 54% delle implementazioni mondiali.

Questo risultato pone il Paese asiatico su un altro livello rispetto agli Stati Uniti, che si fermano a 34.200 nuove installazioni, segnando addirittura un calo del 9% rispetto all’anno precedente. Lo stock robot americano complessivo, pari a 393.700 unità, appare ormai modesto di fronte all’avanzata cinese.

L’espansione dell’automazione cinese non si limita ai grandi conglomerati industriali, ma coinvolge progressivamente anche le piccole e medie imprese. Un elemento chiave di questa crescita è rappresentato dall’aumento della produzione domestica di robot: nel 2024, i produttori locali hanno conquistato il 57% del mercato interno, segnando un balzo significativo rispetto al 47% dell’anno precedente. Questo fenomeno è il frutto di un ecosistema innovativo, sostenuto da politiche mirate e da investimenti consistenti nella ricerca e sviluppo.

Al centro di questa trasformazione si colloca l’iniziativa Made in China 2025, lanciata ormai quasi dieci anni fa. Questo ambizioso programma ha come obiettivo la modernizzazione dell’industria manifatturiera cinese, promuovendo l’adozione massiccia di tecnologie avanzate e la creazione di una filiera produttiva autonoma e competitiva. Grazie a queste strategie, la Cina non solo ha aumentato la densità di robot nelle proprie fabbriche, ma ha anche ridotto sensibilmente i costi di accesso all’automazione, rendendo la tecnologia più accessibile e diffusa.

Gli esperti sottolineano come questa accelerazione produca un duplice vantaggio competitivo: da un lato, la crescita dello stock di robot già operativi consente di migliorare la produttività, la precisione e la tracciabilità dei processi produttivi; dall’altro, la progressiva indipendenza dalla tecnologia straniera rafforza la resilienza dell’intero sistema industriale. Questo scenario si traduce in una maggiore democratizzazione dell’automazione, che ora diventa una leva di crescita anche per le realtà imprenditoriali di dimensioni più contenute.

I robot americani

Sul fronte occidentale, la situazione appare più complessa. Gli Stati Uniti, tradizionalmente all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, si trovano ora a dover affrontare una fase di riflessione strategica. Il rallentamento delle installazioni di robot industriali impone una revisione delle politiche industriali: gli analisti suggeriscono un mix di incentivi fiscali, investimenti nella formazione tecnica avanzata e una maggiore coordinazione tra pubblico e privato per rilanciare la competitività del settore.

Tuttavia, la sfida è anche sociale: l’espansione dell’automazione pone interrogativi profondi sul futuro del lavoro, sulla necessità di riqualificare le competenze e sulla capacità di mantenere coeso il tessuto produttivo locale.

Non meno rilevanti sono le implicazioni geopolitiche di questo nuovo equilibrio tecnologico. Il predominio della Cina nell’automazione industriale le conferisce un ruolo centrale nella definizione degli standard globali e nel controllo delle catene di approvvigionamento. In un contesto di crescente competizione internazionale, la capacità di dettare le regole del gioco rappresenta un vantaggio strategico che può influenzare profondamente i futuri assetti dell’industria manifatturiera mondiale.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti