Larry Page avrebbe venduto Google per appena 750.000 dollari. Erano 20 anni fa

Ripercorriamo in due parole la storia di una vendita mancata: dopo una serie di verifiche Excite disse no a Google. L'avrebbe pagata l'equivalente di "pochi spiccioli".

Dopo metà anni ’90 erano ancora pochi coloro che in Italia si collegavano alla rete Internet. Le connessioni in dial-up erano molto lente e costose; pochi all’epoca – almeno nel nostro Paese – avevano una mente aperta da comprendere le potenzialità della rete.

Il motore di ricerca di ricerca di Google fece capolino online soltanto nel 1998 per opera dei cofondatori dell’azienda Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell’Università di Stanford.
Oltre alle tante directory, prima dell’avvento di Google, il motore di ricerca più noto era AltaVista che quelli con un po’ di capelli bianchi ricorderanno (fu lanciato a fine 1995).

Da oggi proveremo a pubblicare con una certa regolarità alcune informazioni e curiosità poco conosciute sulle persone, le aziende, i dispositivi, le applicazioni e i servizi che hanno fatto la storia della rete e dell’informatica.

Page e Brin registrarono il dominio google.com a metà settembre 1997, la società fu creata il 4 settembre 1998 anche se le attività online iniziarono ufficialmente il 27 settembre dello stesso anno, data che viene considerata la nascita del motore di ricerca per antonomasia.

Il nome Google fu fatto derivare dal termine Googol che era stato coniato dal matematico Edward Kasner nel 1938 per fare riferimento al numero rappresentato da un 1 seguito da 100 zeri. Page e Brin lo scelsero perché ben descriveva l’enorme vastità di pagine Web pubblicate già a fine anni ’90.
I due fondatori commisero un errore in fase di registrazione scegliendo Google ma preferirono non correggere l’errore visto che il termine Google “suonava bene”.

Qual è l’aspetto meno noto? Già nel 1999 Larry Page avrebbe voluto vendere Google a Excite che all’epoca era il sesto portale Internet più trafficato in assoluto. L’accordo era praticamente già fatto: sul piatto c’erano 750.000 dollari per gli inventori di Google e l’1% di Excite.

L’intesa però non fu conclusa e oggi la capitalizzazione azionaria di Google vale oltre 700 miliardi di dollari ovvero circa 1 milione di volte il valore della transazione sfumata nel 1999.

Perché l’accordo tra Google ed Excite non andò in porto? Secondo una possibile versione, il CEO di Excite George Bell rigettava l’idea avanzata da Page secondo cui l’azienda avrebbe dovuto rimpiazzare completamente le sue tecnologie per abbracciare la ricerca di Google.
Secondo un’altra tesi, Bell pensava che la ricerca di Google avrebbe potuto spronare gli utenti a passare più tempo su altri siti web piuttosto che su Excite. Un comportamento che stando alle valutazioni di Bell avrebbe impattato negativamente sulle revenue di Excite.

Google utilizzava e usa ancor oggi un crawler per analizzare il contenuto delle pagine web e scoprirne sempre di nuove, in maniera del tutto automatica, abbinato poi ad una serie di algoritmi per il ranking ossia per proporre i risultati più pertinenti sulla base delle ricerche degli utenti.
L’algoritmo di page ranking era stato ideato proprio da Larry Page e la sua tecnologia era stata offerta ad Excite. Esso valutava il peso dei collegamenti ipertestuali (link) per stimare l’autorevolezza di una pagina e darle visibilità tra i primi risultati delle ricerche.
Ancora oggi tra i vari segnali usati da Google per il ranking ci sono i link in ingresso ma “i segnali” utilizzati sono davvero tanti e appartengono a decine di categorie (in questa SEO-checklist alcuni suggerimenti pratici stilati da SEMrush).

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