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Il conto alla rovescia per Windows 10 è iniziato: Microsoft ha confermato che a partire dal 14 ottobre 2025 cesserà il supporto per uno dei sistemi operativi più diffusi degli ultimi dieci anni. Questa decisione, sta generando una scossa profonda nell’intero ecosistema informatico europeo. La fine degli aggiornamenti di sicurezza sta esortando milioni di utenti a prendere una decisione: investire in nuovo hardware compatibile con Windows 11 oppure cercare una valida alternativa. Tra le alternative c’è anche la possibilità di attivare gratis gli aggiornamenti estesi per Windows 10 (ESU, Extended Security Updates) fino al 13 ottobre 2026, quindi almeno per un altro anno.
Ed è proprio in questo scenario che Linux, da sempre considerato un’opzione di nicchia (in ambito desktop!), sta emergendo come protagonista. Secondo i dati di Statcounter, la quota di mercato di Linux sui desktop in Europa è passata dal 2,84% dell’aprile 2024 al 5,21% di luglio 2025.
Un’ascesa senza precedenti: +83% per Linux in Europa
I dati condivisi da Statcounter fotografano un incremento dell’83,5% in poco più di un anno: un risultato storico per un sistema operativo che, per quanto riguarda le distribuzioni desktop, per anni è rimasto sotto il 3%, nonostante brevi impennate durante la pandemia.
Questa crescita non è solo statistica, ma sintomatica di un cambiamento culturale e tecnologico. Per la prima volta, Linux non è solo un’alternativa per esperti o sviluppatori, ma una scelta concreta per milioni di utenti “mainstream”, spinti da esigenze pratiche e da una crescente diffidenza nei confronti dei modelli di business proprietari.
Il tramonto di Windows 10 e l’hardware “buono ma obsoleto”
Il passaggio forzato a Windows 11 ha messo in luce una dura realtà: una larga fetta dell’hardware attualmente in uso è dichiarato non compatibile con i requisiti minimi richiesti dal nuovo sistema operativo Microsoft (TPM 2.0, Secure Boot, CPU moderne). Si tratta di computer perfettamente funzionanti e ancora validi per la maggior parte degli utilizzi quotidiani.
La fine del supporto per Windows 10 e i severi requisiti di Windows 11 si sono trasformati in un autogol per Microsoft. In un altro articolo ci siamo soffermati su cosa ha sbagliato Microsoft con Windows 11: fino a poco prima del lancio del sistema operativo, nel 2021, l’azienda di Redmond aveva previsto un canale di aggiornamento pienamente supportato (Hard Floor) per tutti coloro che possiedono un sistema incapace di assolvere i requisiti minimi. Non tutti sanno che questa possibilità è stata rapidamente ritirata: tanto che oggi installare Windows 11 sui PC non compatibili si può fare ma sembra di fare qualcosa da “società segreta”, in pieno stile carbonaro.
La prospettiva di dover rottamare milioni di dispositivi ancora efficienti ha alimentato il malcontento tra privati, aziende ed enti pubblici. Linux si propone come la soluzione economica e sostenibile, per far fronte a quella che in molti considerano una vera e propria “crisi”.
L’alternativa open source: Zorin OS, Linux Mint, Fedora e oltre
Nel mondo Linux, le distribuzioni pensate per chi proviene da Windows non mancano. Sistemi come Zorin OS, Linux Mint, Kubuntu o elementary OS offrono interfacce grafiche familiari, supporto a driver moderni e un’ampia compatibilità con software alternativi a quelli proprietari.
C’è anche AnduinOS, una distribuzione sviluppata all’inizio per esigenze personali e “per divertimento” da un ingegnere alle dipendenze di Microsoft (!), che però sta raccogliendo sempre più commenti positivi e, anche grazie a una riorganizzazione in corso, ambisce a conquistare quote di mercato sempre più rilevanti.
Molte di queste distribuzioni includono suite come LibreOffice, che forniscono guide esplicite per aiutare la transizione da Microsoft Office, e strumenti come Wine o Bottles per eseguire applicazioni Windows su Linux.
2025: l’anno zero di Linux desktop?
Sebbene la quota di mercato globale di Linux desktop resti largamente inferiore a quella di Windows e macOS, i segnali di discontinuità sono chiari. Il rallentamento nell’adozione di Windows 11, unito alle restrizioni hardware imposte da Microsoft, sta spingendo molti a riconsiderare il proprio rapporto con il software.
Il 2025 potrebbe diventare l’anno in cui Linux passa da sistema operativo alternativo a piattaforma di riferimento, almeno per alcune fasce di utenza. E se la tendenza europea dovesse proseguire, si aprirebbe una nuova stagione in cui la libertà digitale non è solo uno slogan, ma una concreta scelta tecnologica.
Se prendiamo per buono il dato Microsoft di 1,4 miliardi di installazioni di Windows e stimiamo che il 22% siano in Europa (dati Statcounter e Gartner) allora il totale del mercato desktop europeo sarebbe di circa 432 milioni di dispositivi attivi.
Possiamo desumere che il 5,21% di Linux corrisponda a circa 22,5 milioni di installazioni Linux desktop attive in Europa. Windows, di contro, vanterebbe ancora 308 milioni di installazioni nel Vecchio Continente.