Microsoft e i brevetti: tanto rumore per nulla secondo l'ideatore di Ubuntu

In un articolo apparso sul suo blog, Mark Shuttleworth - CEO di Canonical ed ideatore della distribuzione Ubuntu Linux - ha scritto che "la scaramuccia tra Microsoft e la comunità Linux si spegnerà così come ha avuto inizio".

In un articolo apparso sul suo blog, Mark Shuttleworth – CEO di Canonical ed ideatore della distribuzione Ubuntu Linux – ha scritto che “la scaramuccia tra Microsoft e la comunità Linux si spegnerà così come ha avuto inizio”. Shuttleworth si dichiara sostenitore dei brevetti fatta eccezione per quelli relativi a prodotti software e metodologie di business.
Nonostante si sia sollevato un enorme polverone dopo le dichiarazioni rilasciate da Brad Smith, uno dei principali legali di Microsoft (secondo quanto affermato, i software opensource violerebbero circa 230 brevetti detenuti dal colosso di Redmond), il CEO di Canonical si dice convinto che “Microsoft stessa si schiererà in futuro contro i brevetti software. E questo” – spiega Shuttleworth – “perché Microsoft è ormai impegnata nel rilascio a cadenza annuale di nuovi software; i brevetti software rappresentano mine vaganti per l’attività dell’azienda con le quali, volente o nolente, Microsoft si troverà a confrontarsi con sempre maggior frequenza”.
Secondo Shuttleworth, Microsoft avrebbe già speso “un mucchio di soldi” per stipulare accordi in materia di brevetti (“più di quanti ne realizzerà attraverso la vendita delle licenze acquisite nel proprio portafoglio”, osserva il CEO di Canonical). In sostanza, si vuol far notare come a Microsoft non convenga intraprendere azioni legali nei confronti del mondo opensource.
Alcuni analisti hanno portato l’esempio di SFLC (“Software Freedom Law Center”), organizzazione no-profit schierata nell’offerta di servizi legali gratuiti in difesa dei prodotti opensource, che nel Dicembre scorso ha fornito il proprio appoggio a Microsoft nell’ambito di una vertenza che vedeva la società di Redmond chiamata in causa da AT&T. Microsoft e SFLC sostennero che i brevetti software validi negli Stati Uniti non avessero alcuna rilevanza per ciò che riguarda le attività promosse al di fuori degli USA, soprattutto in tutte quelle nazioni ove i brevetti software sono stati espressamente rigettati.
Per Shuttleworth il problema per il mondo Linux così come per Microsoft non sono quelli che chiama i “patent trolls” (le aziende, cioè, che non sviluppano software ma che acquistano brevetti avviando poi cause giudiziarie nei confronti di coloro che raccolgano successi utilizzando idee alla base dei brevetti stessi) ma il sistema dei brevetti medesimo. Il CEO di Canonical coglie l’occasione per promuovere la necessità di procedere ad una riforma dei brevetti software.

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