Microsoft Recall ha sempre più nemici

Microsoft Recall sotto accusa: Signal, Brave e AdGuard bloccano la funzione screenshot su Windows 11. Focus su privacy e sicurezza dei dati personali.
Microsoft Recall ha sempre più nemici

Il dibattito tra privacy e comodità si accende nuovamente, questa volta sul terreno scivoloso della nuova funzionalità Microsoft Recall, integrata nei recenti Copilot Plus PC e distribuita con Windows 11. La promessa di una vita digitale più semplice, grazie alla possibilità di ritrovare qualsiasi informazione visualizzata in precedenza, si scontra con le crescenti preoccupazioni per la tutela dei dati personali. L’introduzione di questa funzione ha scatenato una vera e propria rivolta da parte degli sviluppatori di alcune delle app più sensibili al tema della riservatezza, come Signal, Brave e AdGuard, che hanno deciso di adottare contromisure concrete per proteggere i propri utenti.

Tutti contro Recall

La funzione screenshot di Microsoft Recall rappresenta un’innovazione tanto ambiziosa quanto controversa: cattura in automatico screenshot di quasi tutto ciò che appare sullo schermo, archiviando le immagini localmente per permettere all’utente di effettuare ricerche rapide tra i contenuti visualizzati in passato.

Tuttavia, dietro questa promessa di efficienza, si cela un rischio concreto per la privacy, come sottolineato da numerosi esperti e sviluppatori. L’idea che ogni attività svolta al computer possa essere registrata e consultata in un secondo momento solleva dubbi non solo sulla sicurezza dei dati, ma anche sulla possibilità che informazioni sensibili finiscano involontariamente archiviate.

Non a caso, la prima reazione concreta è arrivata da Signal, celebre applicazione di messaggistica crittografata. Già nel mese di maggio, gli sviluppatori hanno implementato un blocco specifico che impedisce a Microsoft Recall di catturare screenshot all’interno dell’app. Questo è stato reso possibile grazie a un flag DRM, che nega a Recall la possibilità di accedere ai contenuti visualizzati dagli utenti su Signal.

La posizione degli sviluppatori è chiara: senza impostazioni granulari fornite da Microsoft, l’unica soluzione efficace è impedire in modo totale la registrazione delle schermate, una scelta drastica ma necessaria per garantire la privacy degli utenti.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è posizionato AdGuard, uno dei software di ad blocking più utilizzati al mondo. Gli sviluppatori di AdGuard hanno definito la funzione di Microsoft Recall “inquietante”, proprio per la sua capacità di registrare in background ogni contenuto visualizzato, inclusi dati estremamente sensibili come coordinate bancarie, password o conversazioni private. Il timore è che questa funzionalità possa rappresentare un rischio non solo per la sicurezza individuale, ma anche per la fiducia degli utenti nei confronti delle piattaforme digitali.

Anche il browser Brave ha scelto di intervenire, disabilitando per impostazione predefinita la compatibilità con Microsoft Recall. In questo caso, però, l’approccio è stato più flessibile: gli utenti che lo desiderano possono riattivare manualmente la funzione. Gli sviluppatori di Brave hanno sottolineato come, grazie alle opzioni specifiche messe a disposizione da Microsoft per i browser, sia stato possibile bloccare Recall senza compromettere altri strumenti di accessibilità, offrendo così un maggiore controllo all’utente finale.

Questa differenza di trattamento tra browser e altre applicazioni è diventata uno dei nodi principali della questione. Mentre i browser come Brave possono gestire la disattivazione di Recall in modo selettivo, le altre app non dispongono della stessa flessibilità. Di conseguenza, sono costrette a scegliere tra bloccare completamente la funzionalità o accettare i rischi connessi alla perdita di privacy. Questa asimmetria nelle possibilità di gestione rappresenta un problema sentito dagli sviluppatori, che chiedono maggiore trasparenza e strumenti più efficaci per tutelare i dati degli utenti.

Cosa siamo disposti a tollerare per l’AI?

La vicenda mette in luce il crescente divario tra le spinte innovative delle grandi aziende tecnologiche e le esigenze di protezione dei dati personali espresse dagli utenti e dalla comunità degli sviluppatori. La reazione compatta di realtà come Signal, AdGuard e Brave testimonia quanto la difesa della privacy sia ormai diventata una priorità imprescindibile nel panorama digitale. Non si tratta più solo di una questione tecnica, ma di un vero e proprio scontro culturale tra la ricerca della massima comodità e la necessità di preservare la sfera privata.

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