/https://www.ilsoftware.it/app/uploads/2025/05/video-fake-covid-19.jpg)
“Quando l’ho visto sono rimasta sorpresa: ero io, o meglio sembravo davvero io,” racconta Silvia Sacchi, giornalista oggi in forze a Rai 1 ma in passato volto di Sky Tg24, vittima di un inquietante caso di manipolazione digitale. Un video falso, creato utilizzando la tecnologia deepfake, ha utilizzato il suo volto per diffondere false informazioni sui vaccini contro il Covid-19 e promuovere una truffa online. Questo episodio mette in evidenza i crescenti pericoli legati all’uso fraudolento dell’intelligenza artificiale.
Il video fake di Silvia Sacchi
Nel video manipolato, diffuso ampiamente sui social media, viene mostrata una finta edizione del telegiornale di Sky Tg24. Qui, una versione digitalmente manipolata di Silvia Sacchi e un altrettanto manipolato professor Silvio Garattini promuovono teorie cospirazioniste, sostenendo l’esistenza di gravi effetti collaterali dei vaccini e pubblicizzando una pillola miracolosa in grado di neutralizzarli.
La truffa segue uno schema ben noto: generare paura attraverso affermazioni sensazionalistiche e infondate, come la trasformazione in zombie o la presenza di coaguli nei corpi dei vaccinati, per poi offrire una soluzione commerciale tramite link di acquisto.
Il realismo del deepfake ha tratto in inganno numerosi utenti, inducendoli a condividere ulteriormente il contenuto fraudolento. Questo dimostra quanto sia facile, per i creatori di queste fake news, sfruttare la fiducia del pubblico nei confronti di volti noti per legittimare messaggi falsi e pericolosi, tanto è vero che in passato truffe del genere sono state realizzate sfruttando l’immagine di altri giornalisti, come Enrico Mentana e Lilli Gruber.
La reazione della giornalista
Silvia Sacchi ha immediatamente denunciato l’accaduto sui suoi canali social, sottolineando come l’intelligenza artificiale sia stata utilizzata per manipolare la sua immagine e quella del professor Garattini.
“È ovvio che si tratta di immagini e contenuti fraudolenti costruiti ad hoc” ha dichiarato la giornalista, evidenziando anche il danno reputazionale subito. La vicenda è stata prontamente segnalata all’ordine dei giornalisti, evidenziando la necessità di sensibilizzare il pubblico sui rischi legati alla tecnologia deepfake.
Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza digitale e sull’importanza di strumenti di moderazione più efficaci sulle piattaforme di social media. Sacchi ha ribadito l’importanza della denuncia pubblica, invitando le vittime di truffe online a non restare in silenzio e a sensibilizzare gli utenti.
Un fenomeno in crescita
Il caso di Silvia Sacchi non è isolato. Episodi simili hanno coinvolto altre figure pubbliche italiane, come Luciana Littizzetto, Myrta Merlino e Chiara Ferragni, seguendo uno schema operativo simile: sfruttare i volti di personaggi noti per diffondere informazioni false e generare profitti illeciti. Recentemente, anche l’infettivologo Matteo Bassetti è stato protagonista involontario di un video manipolato che annunciava falsamente il suo decesso, causando confusione tra gli utenti.
Questi episodi dimostrano quanto sia urgente affrontare il problema della manipolazione digitale in modo sistematico. La crescente diffusione di tecnologie avanzate, come i deepfake, richiede una risposta congiunta da parte di governi, piattaforme digitali e cittadini per contrastare la proliferazione di fake news.