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Nel panorama tecnologico internazionale, la battaglia per la concorrenza tra i grandi attori del mercato digitale si arricchisce di un nuovo capitolo: il browser norvegese Opera ha infatti deciso di portare davanti alle autorità brasiliane una denuncia formale contro Microsoft, accusando il colosso statunitense di pratiche anticoncorrenziali legate alla gestione di Edge all’interno dell’ecosistema Windows.
Una sfida che si inserisce in un contesto già segnato da precedenti scontri tra le due aziende e che potrebbe avere ripercussioni non solo sul mercato locale, ma anche su quello globale. La questione è stata sollevata da Opera attraverso un esposto depositato presso il CADE (Consiglio Amministrativo per la Difesa Economica) brasiliano, organo preposto al controllo della libera concorrenza nel paese sudamericano.
Secondo Aaron McParlan, General Counsel di Opera, la posizione dominante di Microsoft nel settore dei sistemi operativi desktop viene sfruttata in modo sistematico per ostacolare la diffusione di browser alternativi, penalizzando così la libertà di scelta degli utenti e l’innovazione tecnologica.
Opera punta il dito contro Microsoft ed Edge: cosa sta succedendo?
Al centro della denuncia si trovano due punti fondamentali. Il primo riguarda la preinstallazione esclusiva di Edge su tutti i dispositivi dotati di Windows.
Secondo Opera, questa pratica limita fortemente la visibilità e le opportunità di accesso per i concorrenti, costringendo gli utenti a un percorso complesso e poco intuitivo qualora desiderino scaricare e utilizzare un browser diverso. Il secondo aspetto critico sollevato riguarda l’utilizzo dei cosiddetti dark patterns nell’interfaccia utente di Windows: schemi di design pensati per indirizzare, spesso inconsapevolmente, le scelte degli utenti verso Edge e scoraggiare l’adozione di soluzioni alternative.
Non si tratta della prima volta che Opera e Microsoft si confrontano su questi temi. Già nel 2007, il browser norvegese aveva intrapreso un’azione legale presso la Commissione Europea, ottenendo come risultato l’introduzione della cosiddetta “ballot screen”, una schermata che offriva agli utenti europei la possibilità di scegliere liberamente quale browser installare all’avvio del sistema operativo.
Tuttavia, secondo quanto affermato da Opera, nonostante questi precedenti interventi regolatori, la situazione non sarebbe migliorata: Microsoft avrebbe affinato le proprie strategie, mantenendo il controllo sulle scelte degli utenti e sfruttando il proprio ruolo dominante per consolidare la posizione di Edge.
La compagnia di Redmond non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda. In passato, l’azienda ha sempre difeso la preinstallazione del proprio browser, sostenendo che essa garantisca una migliore integrazione e sicurezza all’interno di Windows, pur ribadendo che gli utenti mantengono la possibilità di installare browser alternativi. Tuttavia, secondo Opera, questa libertà sarebbe solo teorica, poiché le strategie adottate dall’azienda renderebbero di fatto complesso e poco trasparente il percorso per chi desidera cambiare browser.