Palladium: la nuova tecnologia Microsoft, Intel, AMD fa scoppiare polemiche e malumori

Da qualche giorno sono cominciate a trapelare le prime notizie circa il nuovo progetto Microsoft battezzato col nome in codice Palladium.
Palladium: la nuova tecnologia Microsoft, Intel, AMD fa scoppiare polemiche e malumori

Da qualche giorno sono cominciate a trapelare le prime notizie circa il nuovo progetto Microsoft battezzato col nome in codice Palladium. Le piattaforme conformi alla tecnologia Palladium non dovrebbero vedere la luce prima del 2006 e dovrebbero essere il risultato di un connubio stretto da hardware e software. Sembra, infatti, che Microsoft si sia accordata con Intel e AMD per lo sviluppo di una soluzione che possa proporre all’utente una piattaforma in grado di rendere il suo lavoro automatico e sicuro. L’obiettivo primario – è stato dichiarato – è quello di rendere il proprio computer immune ai pericoli che oggi incombono su di lui: Palladium dovrebber rendere il pc invulnerabile, soprattutto agli attacchi via Internet, ai virus ed allo spam.
Palladium permetterà così di proteggere i propri dati personali e di rendere sicure le transazioni via Internet.
Sul nostro personal computer potranno “girare”, infatti, solo software certificati scongiurando l’esecuzione di programmi potenzialmente dannosi (si pensi ad esempio a backdoor, trojan virus, applicazioni ostili,…).

Le nuove schede madri utilizzate nella tecnologia Palladium dovrebbero integrare, infatti, un chip apposito che utilizza la crittografia a chiave pubblica. Il colloquio tra sistema operativo e gli altri componenti del sistema (compresi account utente, computer di rete e applicazioni installate) avverrà, quindi, in modo cifrato – un pò quello che è stato applicato, in piccolo, all’interno della console X-Box di Microsoft -.
Sembra che i primi esperienti di Palladium vengano inclusi nel sistema operativo Microsoft col nome in codice Longhorn (uscita prevista: 2004).

E qui si sono sollevate polemiche e malumori da parte della maggior parte degli utenti di personal computer. L’architettura Palladium, per come è stata concepita e dalle indiscrezioni rilasciate sinora, non consentirà, quindi, l’installazione di applicazioni che non siano quelle certificate. Se la notizia dovesse essere confermata, si potrebbe paventare uno scenario buio per sviluppatori software e per gli utenti. Chi oggi ama installare applicazioni (si pensi agli utilissimi shareware e ai freeware scaricabili gratuitamente, oggi, da Internet…) oppure si è orientato verso piattaforme non-Microsoft (ad esempio installando Linux o il server web Apache) potrebbe vedersi costretto a scegliere ed acquistare solo ed esclusivamente le applicazioni certificate (e quindi eseguibili in Palladium).

Se la nuova piattaforma, così come stanno le cose, rappresenta una soluzione per risolvere i problemi delle grandi major e delle case discografiche che in questo modo metterebbero fine allo scambio di file musicali e software piratato (ad esempio attraverso i tanti network peer-to-peer oggi disponibili), d’altra parte risulterebbe una grande limitazione per la libertà degli utenti ai quali, di fatto, verrebbe tolta la possibilità di scegliere quali software installare ed utilizzare.

Il mercato dello shareware, il mondo del freeware e quello dell’open source hanno oggi permesso a milioni di utenti in tutto il mondo di servirsi di funzionalità che spesso molti software commerciali non offrono.

Dal punto di vista legale, poi, se Microsoft è stata nei mesi scorsi al centro del mirino (si pensi che il Service Pack per Windows XP includerà alcune features che, in ottemperanza a quanto deciso dalle corti statunitensi, permetteranno all’utente di disattivare gran parte dei core-components del sistema operativo: in pratica sarà l’utente a scegliere quale browser utilizzare, quale mailer e così via…) se il progetto Palladium andasse in porto così come è stato sinora descritto, verrebbe probabilmente immediatamente posto sotto indagine.
Le vigenti leggi non consentono, infatti, ad una o più aziende di porsi in condizione di monopolio. Cosa ancora più grave, sarebbero quelle stesse aziende ad avere la facoltà di certificare quindi “rendere installabili ed eseguibili” i vari software all’interno della piattaforma Palladium. Tutto questo secondo noi è pura fantascienza.
E’ probabile che Palladium sia una soluzione destinata in particolare alle imprese, alle aziende che vogliono impedire che i dipendenti installino software potenzialmente in grado di mettere a rischio i dati memorizzati e la sicurezza delle rete – rendendola vulnerabile dall’esterno -. Parallelamente, però, produttori hardware e software continueranno a fornire le tradizionali soluzioni.

Microsoft, da parte sua, con le parole di Mario Juarez – product manager del progetto Palladium -, dice di aver in preparazione una serie di white paper che illustrino dettagliatamente l’architettura. Il fatto di aver iniziato a parlare di Palladium con così largo anticipo – sostiene Juarez – sottolinea l’intendo della casa di Redmond di voler fare tutto nel modo giusto…

Ad ogni modo, parafrasando una espressione latina concludiamo con la massima “la legge aiuta chi è vigile, non i dormienti“. Sta a tutti noi vigilare sull’evoluzione del progetto affinché non prenda pieghe che possano ridurre la libertà dell’individuo.

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