A inizio ottobre 2025 Qualcomm ha ottenuto una vittoria legale su tutta la linea contro Arm nell’ambito di una vertenza legale riguardante violazioni di licenze su core CPU sviluppati da Nuvia, una startup acquisita da Qualcomm in passato. La disputa verteva sul fatto se Qualcomm dovesse rinegoziare i termini di licenza con Arm dopo l’acquisizione di Nuvia, in particolare riguardo all’uso dei core Oryon basati sull’architettura Arm v8. Un tribunale del Delaware ha rigettato le tesi sostenute da Arm, confermando che Qualcomm non ha violato gli accordi di licenza esistenti e può continuare a utilizzare liberamente questi core personalizzati sotto un accordo di licenza architetturale (ALA) già stipulato.
La vertenza tra Arm e Qualcomm, più nel dettaglio
La disputa legale è iniziata dopo che Qualcomm ha acquisito Nuvia nel 2021, una startup fondata da ex ingegneri Apple, specializzata nella progettazione di CPU basate sull’architettura Arm.
Arm ha sostenuto che l’acquisizione violava l’ALA, poiché Qualcomm avrebbe dovuto negoziare un nuovo accordo per integrare la tecnologia di Nuvia nei propri chip. In particolare, Arm contestava l’uso dei core Oryon sviluppati da Nuvia nei SoC Snapdragon X Elite.
La società britannica, di proprietà di SoftBank, pretendeva che i core Oryon fossero abbandonati o comunque oggetto di una nuova discussione contrattuale, puntando a incrementare i guadagni sulle royalty attraverso un modello a più livelli (Tecnology License Agreements, TLA, più costosi).
Da parte sua, Qualcomm ha sostenuto come l’ALA esistente coprisse anche le acquisizioni e le innovazioni sviluppate, permettendo l’uso dei core Oryon senza necessità di una nuova negoziazione commerciale con Arm.
Il ruolo di Arm rispetto ai produttori di chip
Per capire meglio la portata della sentenza d’Oltreoceano va ricordato il ruolo di Arm. L’azienda britannica, infatti, è fondamentalmente un fornitore di proprietà intellettuale e licenze, non un produttore diretto di chip.
Arm concede licenze di architettura (ALA) ai produttori di chip (come Qualcomm, Apple, Samsung, NVIDIA, ecc.). Con una licenza completa, il produttore può progettare SoC (System-on-a-Chip) personalizzati basati sull’architettura Arm. Dal canto suo, Arm fornisce le specifiche ISA (Instruction Set Architecture) e le linee guida per garantire compatibilità software e coerenza tecnica, ma il design concreto del core è opera del licenziatario.
In alternativa, Arm offre licenze per core già progettati e ottimizzati, come Cortex-A, Cortex-M o GPU Mali. I produttori possono integrare questi core così come sono nei loro chip, riducendo tempi e costi di sviluppo, ma con meno libertà di personalizzazione.
Portata e impatto del verdetto sull’intera industria
La sentenza ha un impatto significativo sull’industria dei semiconduttori, poiché chiarisce i diritti dei licenziatari di architettura Arm che intendono sviluppare o acquisire design personalizzati.
Il giudizio consente ad altri titolari di licenze ALA, comprese aziende come Amazon, Google, NVIDIA e Broadcom, di perseguire liberamente innovazioni interne e acquisizioni di startup impegnate nello sviluppo di chip, senza il rischio di dover rinegoziare gli accordi con Arm o affrontare restrizioni retroattive.
Ciò conferma la natura del modello ALA come strumento che concede ampie libertà progettuali nel rispetto dell’architettura ISA Arm, pur mantenendo Arm come detentore dei diritti sull’ISA.
La reazione di Arm
Nonostante la decisione della corte, Arm ha annunciato l’intenzione di appellarsi, mantenendo la sua posizione secondo cui l’acquisizione di Nuvia da parte di Qualcomm avrebbe dovuto comportare una rinegoziazione dei termini dell’ALA.
Arm ha dichiarato di rimanere fiduciosa e di voler proseguire l’impegno in tribunale al fine di far valere i suoi diritti.
C’è però un capitolo parallelo che deve ancora essere scritto. Qualcomm ha in corso una causa separata contro Arm: la società guidata da Cristiano Amon accusa Arm di violazione del contratto, interferenza impropria nelle relazioni con i clienti e pratiche anticoncorrenziali. Il processo per questa causa è previsto per marzo 2026, e potrebbe ulteriormente influenzare le dinamiche tra le due aziende e l’intero settore dei semiconduttori.