Proposta di legge: l'ISP come uno "sceriffo" della Rete

In questo inizio d'agosto il tema delle nuove disposizioni a tutela diritto d'autore continua ad arroventare il clima ingenerando, soprattutto in Rete, discussioni infinite.

In questo inizio d’agosto il tema delle nuove disposizioni a tutela diritto d’autore continua ad arroventare il clima ingenerando, soprattutto in Rete, discussioni infinite. Guido Scorza, avvocato, docente universitario e giornalista, ritorna su un argomento collegato alla disciplina sul copyright che l’AGCOM si accinge ad approvare ufficialmente.
Al centro del dibattito c’è, questa volta, un disegno di legge presentato in questi giorni in Parlamento. Scorza spiega come l’obiettivo principe del DDL (il testo è consultabile cliccando qui, in formato PDF), a firma del deputato leghista Giovanni Fava, sia quello di combattere strenuamente il commercio non autorizzato di farmaci (anche contraffatti) attraverso la Rete.

Sebbene lo scopo possa anche essere lodevole, Scorza osserva come la disposizione sottoposta al vaglio della Camera introduca obblighi estremamente stringenti per i provider Internet che sarebbero tenuti ad assumere il ruolo di veri e propri “sceriffi”. I fornitori d’accesso, per potersi sottrarre alle responsabilità sui contenuti veicolati attraverso le loro reti, dovrebbero “adottare una serie pressoché infinita di filtri inutili, inefficaci, costosi e, soprattutto, tali da mettere un enorme cerotto sulla bocca della Rete. Si tratta, probabilmente, di uno dei più pericolosi attacchi alla libertà di comunicazione e informazione online che la Rete italiana abbia mai subito“, scrive l’avvocato Scorza.

Stando al parere del legale, imporre ad un provider l’onere di rimuovere qualsivoglia contenuto non appena ricesse una segnalazione, significherebbe introdurre una “colossale operazione di censura mediatica privata“, rivoluzionando il ruolo dell'”intermediario” così come era sino ad oggi stato considerato. “Si finirebbe con il privatizzare la giustizia e legittimare pericolosissime forme di esercizio arbitrario delle proprie ragioni“, sostiene Scorza che rileva l’impossibilità, per un provider, di implementare quei “filtri tecnicamente adeguati” di cui si parla nel provvedimento. “E’, più o meno, come chiedere alla società autostrade di vietare il transito di autovetture con a bordo un CD pirata, una borsa griffata contraffatta o, piuttosto, un “pizzino” con le istruzioni per violare questo o quel diritto di proprietà intellettuale o industriale. Ce lo vedete voi il casellante, trasformarsi in agente di frontiera ed ad ispezionare tutte le auto in transito?“, continua l’esperto che ricorda come in uno stato di diritto sia compito dei giudici, delle forze dell’ordine e – con talune accortezze – di eventuali Autorità amministrative vigilare sugli illeciti ed irrogare sanzioni.

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