Seagate presenta HAMR: 60 Terabyte su ogni hard disk

Dietro all'acronimo HAMR (heat-assisted magnetic recording) si nasconde quella che i tecnici di Seagate, produttore che di mese in mese si contente con Western Digital la palma d'oro della prima azienda al mondo produttrice di hard disk e soluzioni p...

Dietro all’acronimo HAMR (heat-assisted magnetic recording) si nasconde quella che i tecnici di Seagate, produttore che di mese in mese si contente con Western Digital la palma d’oro della prima azienda al mondo produttrice di hard disk e soluzioni per lo storage dei dati, hanno già battezzato come una grande vittoria. Seagate ha infatti annunciato di aver superato il traguardo della cosiddetta “terabit density“.
La società, con sede principale a Scotts Valley, in California, ha spiegato di essere riuscita a memorizzare un terabit di dati (1012 bit) per pollice quadrato (equivale all’incirca a 6,45 centimetri quadri). Come metro di paragone, basti pensare che la densità dei moderni dischi fissi è pari a 620 gigabit per pollice quadrato.
La pietra miliare che è stata posta da Seagate viene definita storica perché la tecnologia HAMR permetterebbe di estendere notevolmente la capacità degli attuali hard disk senza cambiarne le dimensioni od addirittura pensando di ridurle.
Stando alle prime, quindi, Seagate potrebbe arrivare a presentare, in futuro, dischi fissi da 3,5 pollici dotati di una capacità pari a 60 TB (oggi il massimo a cui si arriva sui sistemi desktop sono 3 TB) e di 20 TB sulle unità di memorizzazione da 2,5 pollici. Si tratta di valori che è assolutamente impensabile di raggiungere adoperando la tecnologia “Perpendicular Magnetic Recording” (PMR), sviluppata dal 2006.

HAMR prevede l’utilizzo di un laser abbinato alla testina di scrittura e di un supporto di memorizzazione realizzato di ferro e platino, magnetizzabili soltanto a certe temperature. Riscaldando con il laser una porzione molto piccola del supporto, la testina può procedere con la scrittura del dato. Quando la zona del “disco” presa in esame si raffredda, non può più variare il proprio magnetismo e tratterrà l’informazione scongurando, allo stesso tempo, il cosiddetto “effetto superparamagnetico“.

La tecnologia HAMR sarebbe frutto degli studi già condotti – e poi proseguiti nei laboratori dell’azienda californiana – da due società che Seagate ha acquisito nel 1997. Potremmo quindi, a questo punto, dopo numerosi rinvii non essere lontani dall’effettiva commercializzazione delle prime soluzioni HAMR. Nel 2002, infatti, Seagate aveva pronosticato un possibile lancio nel 2008; nel 2004 posticipò l’appuntamento al 2010. Adesso, dopo l’annuncio reso dai responsabili dell’azienda, Seagate potrebbe presentare i primi device HAMR, verosimilmente, non più tardi del 2015.

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