Solo il 2% delle aziende è pronto per l’AI: sicurezza resta grande incognita

Il report F5 rivela che solo il 2% delle aziende è altamente pronto per l’AI: sicurezza, governance e protezioni dedicate restano le principali sfide.
Solo il 2% delle aziende è pronto per l’AI: sicurezza resta grande incognita

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende sta vivendo una fase di intensa trasformazione, ma la distanza tra le ambizioni dichiarate e le capacità operative reali si rivela più profonda di quanto si possa immaginare.

Secondo una recente indagine condotta da F5, soltanto il 2% delle imprese può dirsi pienamente preparato ad affrontare le sfide poste dall’AI, nonostante questa tecnologia sia ormai un pilastro nelle strategie di business di moltissime organizzazioni. La maggior parte delle aziende, infatti, si trova ancora a dover superare ostacoli rilevanti in termini di sicurezza e governance, elementi che rischiano di frenare l’innovazione e di trasformare le opportunità in vulnerabilità concrete.

La ricerca di F5, condotta su scala globale, offre una panoramica dettagliata di uno scenario tutt’altro che rassicurante: il 21% delle imprese presenta una preparazione ai minimi termini, mentre il 77% si posiziona in una fascia intermedia, caratterizzata da incertezze operative e strategiche. Questo squilibrio tra potenziale e capacità reale rappresenta un rischio significativo, soprattutto in un contesto in cui la rapidità di adozione dell’AI è spesso superiore alla capacità di gestirne le implicazioni più complesse.

Un’app aziendale su quattro adotta l’AI

Nonostante le criticità, emerge un dato interessante: una applicazione aziendale su quattro integra già funzionalità legate all’AI. Questo trend si accompagna a una crescente diversificazione nell’adozione di modelli, che spazia dalle soluzioni proprietarie come GPT-4 fino ai modelli open source quali Llama, Mistral e Gemma.

La scelta tra modelli a pagamento e open source, tuttavia, non garantisce di per sé un vantaggio competitivo: la vera discriminante rimane la capacità di implementare adeguati meccanismi di protezione dei dati e di sviluppare una solida data governance.

In questo contesto, il tema della sicurezza si conferma centrale e particolarmente delicato. Se da un lato il 71% delle organizzazioni dichiara di impiegare l’AI per rafforzare la propria cybersecurity, dall’altro solo il 31% ha adottato firewall specifici, strumenti indispensabili per fronteggiare le minacce emergenti. Ancora più allarmante è il fatto che soltanto il 24% delle aziende pratichi regolarmente il data labelling, un’attività essenziale per ridurre le vulnerabilità e assicurare l’affidabilità dei sistemi AI.

Le prospettive future, tuttavia, lasciano intravedere segnali di una maggiore consapevolezza e di una possibile inversione di tendenza. Il 47% delle imprese intervistate prevede infatti di adottare strumenti difensivi adeguati entro i prossimi dodici mesi, a conferma di una crescente attenzione verso le tematiche di sicurezza e di una volontà di colmare il gap esistente tra ambizioni e capacità effettive.

In questa direzione, F5 raccomanda una strategia multilivello, che includa non solo la diversificazione dei modelli AI – alternando modelli a pagamento e modelli open source – ma anche l’espansione delle applicazioni legate all’AI e l’implementazione di robuste politiche di data governance.

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