Su Spotify arriverà la musica generata con l'AI, annuncia il CEO

La libreria di Spotify accoglierà anche la musica creata con l'intelligenza artificiale, a patto però che non violi la legge sul diritto d'autore.

È destinato a far discutere il recente commento di Daniel Ek, CEO di Spotify, circa la presenza della musica generata con l’intelligenza artificiale sulla piattaforma di streaming più utilizzata a livello globale.

Nel corso di una intervista rilasciata alla BBC News, l’imprenditore svedese ha infatti dichiarato che i brani creati con l’AI sono legittimi e che troveranno spazio nel catalogo del servizio, purché non violino le norme sul copyright. All’inizio del 2023, ad esempio, da Spotify sono state rimosse canzoni con le voci di noti artisti, come Drake e The Weeknd, ricreate proprio con l’AI.

Nella libreria di Spotify anche la musica generata con l’intelligenza artificiale

Secondo Ek, strumenti come l’auto-tune sono accettabili perché possono migliorare un brano (“aiutando” il cantante dove necessario). Non lo sono invece quelli che spudoratamente consentono di copiare il lavoro altrui. Il CEO di Spotify ha anche parlato di una sorta di zona grigia, ovvero quella in cui l’intelligenza artificiale viene impiegata per creare musica ispirata a quella di artisti.

Ek ritiene che la questione dell’intelligenza artificiale nella musica sarà un argomento di discussione che terrà banco per “molti, molti anni”. Questo perché sono tantissime le persone (esperti e appassionati) che ritengono che un brano creato con l’AI non sia nemmeno lontanamente paragonabile alla “vera musica umana”, nata da input emotivi e che richiede un’impegno ben diverso.

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Lo stesso dibattito riguarda altri campi dell’arte. Con ChatGPT si può creare una poesia in pochi secondi spacciandola per propria, con DALL-E invece un “capolavoro” attraverso un semplice testo descrittivo.

E poi c’è anche un’altra questione, quella della minaccia che avvertono i professionisti (di più settori, non solo quello musicale): il lavoro “rubato” dall’AI. La maggior parte di chi si affida a Spotify e simili per la colonna sonora delle proprie giornate non è in grado di distinguere un brano generato con l’AI da uno composto da un essere umano, e questo è un problema che già in tanti hanno fatto notare.

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