Switch off DVB-T2, ecco la nuova data

Arriva la nuova data per l'inizio dello switch off verso DVB-T2: Rai e Ministero avrebbero concordato il 28 agosto 2024, dopo Olimpiadi ed Europei. Così da scongiurare le lamentele di chi non dispone apparecchi compatibili DVB-T2 HEVC a 10 bit.

A valle di numerosi rinvii, all’inizio di quest’anno nulla è cambiato in Italia per ciò che riguarda il digitale terrestre. Il Ministero aveva chiesto a Rai di migrare, entro il 10 gennaio 2024, almeno un MUX su DVB-T2, dando così di fatto il via al passaggio al digitale terrestre di seconda generazione. Il futuro del DVB-T2 nel nostro Paese è da anni incerto. Anche se a fine maggio 2024 qualcosa ha cominciato a smuoversi.

Mentre, nel momento in cui scriviamo, il sito “Nuova TV digitale” gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy risulta ancora, incredibilmente, “in aggiornamento”, Rai ha appena confermato la volontà di migrare uno dei suo MUX a DVB-T2 in data 28 agosto 2024. Si tratta di un’informazione trapelata già a gennaio scorso: il Contratto di Servizio Rai aggiornato conteneva infatti alcune indicazioni piuttosto chiare sulla data di switch off DVB-T2.

La fine di agosto non è scelta a caso: potrebbe essere il risultato di un nuovo accordo tra Rai e Ministero, per il passaggio graduale a DVB-T2 dopo la conclusione di importanti eventi come Olimpiadi ed Europei di calcio.

Lo switch off DVB-T2 il 28 agosto 2024 è un impegno

La principale differenza rispetto alle date per lo switch off circolate in passato, è che questa volta Rai si assume l’impegno di concludere la migrazione di uno dei suoi MUX verso DVB-T2 entro il prossimo 28 agosto. Il passaggio a DVB-T2 per gli altri MUX seguirà invece un calendario concordato con il Ministero, del quale al momento non c’è traccia. Almeno pubblicamente.

Verificheremo nelle settimane a venire se alla nuova scadenza saranno assegnati o meno tutti i crismi dell’ufficialità. Nel frattempo, però, sembra quanto meno inopportuno che la migrazione verso DVB-T2 possa essere ulteriormente procastinata.

Complice anche la cessione delle frequenze sui 700 MHz agli operatori che offrono servizi di connettività 5G, la qualità dei flussi audiovisivi è caduta verticalmente sul digitale terrestre: meno larghezza di banda impone l’utilizzo di livelli di compressione più spinti e bitrate più contenuti, almeno sui canali “secondari” dei network televisivi più noti.

Rai ha aggiunto che i test per l'”accensione” di DVB-T2 inizieranno il 27-28 maggio per poi proseguire nei periodi successivi, durante tutto il periodo estivo.

La buona notizia: anche Rai guarda a DVB-I e 5G Broadcast

In attesa dell’arrivo del nuovo bollino per le Smart TV compatibili DVB-I, il nuovo Contratto di Servizio Rai “certifica” l’interesse della società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiofonico e televisivo per questo standard che, in futuro, potrebbe cambiare radicalmente le modalità di fruizione del servizio televisivo.

Abbiamo già visto cos’è DVB-I e come funziona: lo standard, approvato anche da ETSI, consente la distribuzione di contenuti televisivi attraverso Internet. E ciò anche in maniera completamente svincolata rispetto al collegamento dell’antenna.

DVB-I fa ampio uso di standard aperti per garantire l’interoperabilità e facilitare l’implementazione da parte di diversi fornitori e servizi. Mira a semplificare l’accesso e la navigazione dei contenuti televisivi attraverso interfacce utente intuitive e uniformi, fa ampio uso di metadati per migliorare la scoperta dei contenuti e per personalizzare l’esperienza dell’utente.

Servendosi di una connessione Internet a banda larga o ultralarga, quindi, i possessori di dispositivi compatibili DVB-I potranno accedere a contenuti live e on-demand. Alla massima qualità possibile offerta dal broadcaster (le trasmissioni avvengono tipicamente in multicast) e dalla propria connessione Internet (banda di rete disponibile).

Allo stesso tempo, Rai si dichiara intenzionata a sperimentare anche la tecnologia 5G Broadcast, con particolare riguardo alla copertura di aree metropolitane ad alto traffico IP. In altre parole, Rai si servirà di apposite frequenze UHF dedicate (assegnate dal Ministero, anche su base temporanea) per diffondere il segnale TV usando la connettività 5G. I dispositivi client non dovranno neppure essere dotati di scheda SIM.

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