Truth Search AI, il nuovo chatbot di Trump, è contro Trump

La nuova AI di Truth Social, sviluppata in collaborazione con Perplexity, contraddice Trump su brogli elettorali, dazi e popolarità dei presidenti USA.
Truth Search AI, il nuovo chatbot di Trump, è contro Trump

Truth Social, il social network fondato da Donald Trump, ha da pochi giorni lanciato il suo chatbot: si chiama Truth Search AI e se l’utente fa domande a sfondo politico offre risposte molto lontane dalle idee dello stesso Trump. Per dirla con una battuta: il chatbot di Trump è anti trumpiano.

Che cos’è Truth Search AI

La storia di Truth Search AI rappresenta oggi un caso emblematico di come la tecnologia possa sfuggire al controllo dei suoi stessi promotori, soprattutto quando l’obiettivo dichiarato è la neutralità AI.

La vicenda prende avvio con le dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti, che aveva promesso uno strumento “ricercatore della verità, neutrale e privo di pregiudizi”, in netta contrapposizione con le cosiddette woke AI, spesso accusate di parzialità ideologica.

Eppure, proprio la tecnologia che avrebbe dovuto rafforzare la linea editoriale di Truth Social ha finito per produrre risultati opposti, generando un acceso dibattito tra gli utenti e suscitando non poco imbarazzo ai vertici della piattaforma.

Truth Search AI è una funzionalità sviluppata in collaborazione con Perplexity e, per ora, disponibile esclusivamente nella versione web del social network. Questa soluzione si basa su algoritmi avanzati che promettono risposte fondate sui dati, indipendentemente dalle opinioni politiche predominanti.

Tra i tanti chatbot oggi disponibili, infatti, Perplexity è famoso per essere quello maggiormente agganciato alle fonti da cui prende le informazioni, cosa che in teoria dovrebbe ridurre il rischio di generare allucinazioni.

Truth Search AI è contro Trump

E proprio questa metodologia di funzionamento si è manifestata in modo clamoroso: secondo un’approfondita analisi del Washington Post, il chatbot ha etichettato come “prive di fondamento” le accuse di brogli elettorali sostenute da Trump dopo le elezioni del 2020, minando così una delle narrazioni cardine della community.

Ma le sorprese non finiscono qui. Sulla questione dei dazi doganali, altra bandiera dell’amministrazione Trump, l’AI ha risposto definendoli “una tassa per i cittadini americani”, allineandosi a posizioni economiche tradizionalmente avverse al protezionismo.

Non meno significativa la valutazione su Barack Obama, descritto come “il presidente più popolare del secolo”, con tanto di riferimenti a sondaggi reali. Tali risposte hanno evidenziato la capacità dell’algoritmo di restituire una fotografia della realtà basata su fonti attendibili, a prescindere dal contesto politico della piattaforma.

Un punto di svolta è arrivato con le domande relative al 6 gennaio 2021. Mentre la narrazione ufficiale di Trump continua a presentare l’assalto al Campidoglio come una manifestazione pacifica di “patrioti”, Truth Search AI ha definito l’evento un’“insurrezione”, collegandolo esplicitamente alle infondate accuse di brogli elettorali.

Questo episodio ha amplificato il dibattito interno, con alcuni utenti che hanno elogiato la trasparenza della tecnologia e altri che hanno espresso preoccupazione per la possibile perdita di controllo sulla linea editoriale.

L’ironia della situazione è stata ulteriormente accentuata dal fatto che, solo poche settimane prima, Trump aveva firmato una ordinanza esecutiva contro le woke AI, invocando la necessità di sistemi di neutralità AI per garantire risposte oggettive e prive di bias. Tuttavia, il risultato è stato un’AI che, applicando esattamente questi principi, ha prodotto risposte imbarazzanti per il fondatore della piattaforma.

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