Volunia: per innovare nel campo delle ricerche sul web

Chi ha detto che nel mondo dei motori di ricerca non si può inventare più nulla? In realtà, in un quadro internazionale dominato da Google, sembra esserci ancora spazio per nuove idee e progetti innovativi.
Volunia: per innovare nel campo delle ricerche sul web

Chi ha detto che nel mondo dei motori di ricerca non si può inventare più nulla? In realtà, in un quadro internazionale dominato da Google, sembra esserci ancora spazio per nuove idee e progetti innovativi. Ne è una testimonianza “Volunia“, che – a detta del suo ideatore, Massimo Marchiori – usa un approccio innovativo nel campo delle ricerche sul web. “Non è come un Google migliorato“, ha dichiarato Marchiori, professore associato presso l’Università degli Studi di Padova, “si tratta di un motore innovativo che dà ai suoi utenti una prospettiva totalmente diversa da quella a cui gli attuali motori di ricerca ci hanno abituato“.

Volunia“, come viene anticipato visitando la pagina ufficiale del progetto, verrà lanciato ufficialmente a breve. I numeri romani che ruotano ciclicamente non lasciano intendere, con precisione, quale possa essere la data scelta per il varo di “Volunia” ma c’è comunque qualche indizio. Il nuovo motore di ricerca dovrebbe vedere la luce certamente entro la fine dell’anno.

Nella breve presentazione del progetto, Marchiori conclude con la frase “per una visione diversa del web“: per il momento non sono state fornite anticipazioni sul funzionamento del motore di ricerca. Purtuttavia, è facile ipotizzare che il lavoro si sia concentrato sul concetto, relativamente nuovo e poco conosciuto tra gli utenti, di “web semantico”. “Volunia” potrebbe quindi discostarsi dalle logiche tradizionali utilizzate dai motori di ricerca che elaborano le relazioni tra le pagine web essenzialmente analizzando i collegamenti ipertestuali (link) in esse contenuti. Con l’adozione dell’approccio semantico, si potrebbero tessere delle connessioni fra una pagina e l’altra focalizzandosi sui significati delle parole e, quindi, sull’interpretazione del contenuto.

Ancora, però, il progetto “Volunia” sembra volutamente essere circondato da un alone di mistero. Soltanto alcuni utenti selezionati (battezzati “power users“) potranno partecipare alla fase di testing del motore e saggiarne il comportamento. Chi volesse provare a partecipare, dovrà semplicemente digitare il suo indirizzo e-mail sul sito di Volunia confermando successivamente la propria registrazione.

Il progetto Volunia nasce quattro anni fa dall’incontro dei due soci fondatori, Massimo Marchiori, una delle più note personalità a livello mondiale nel mondo dell’informatica e delle nuove tecnologie e l’inventore dell’algoritmo utilizzato dal motore di ricerca Google, e Mariano Pireddu, che vanta una ventennale esperienza nel mercato delle telecomunicazioni e di Internet“, si legge nel comunicato ufficiale.

E se ieri, nell’iniziativa italiana che ha ricordato il ventesimo compleanno del “World Wide Web” (ved. questo nostro articolo), le discussioni si sono imperniate attorno alla figura di Tim Berners-Lee, non è possibile non annoverare Marchiori tra gli inventori che hanno dato maggiore impulso alla crescita della Rete. Hyper Search è il motore di ricerca che ha aperto la strada ai motori di seconda generazione, in particolare a Google che di fatto ne ha utilizzato l’idea dell’algoritmo pagerank. Nel 1997, infatti, a Santa Clara (USA), in occasione della sesta conferenza internazionale del World Wide Web, l’italiano Marchiori presentò il suo motore di ricerca Hyper Search mandando in visibilio la platea. Fu proprio la sua “creatura” a fornire, ad ogni ricerca, i risultati più pertinenti possibile, cosa che ad esempio all’epoca non riusciva ad Excite. Solo successivamente Google fece propria l’innovazione di Marchiori utilizzandola per diventare il colosso che oggi conosciamo.

Ora Marchiori, classe 1970, pensa ai motori di ricerca di “terza generazione”, che diventino in grado di poggiare sull’interazione tra l’utente ed il sistema, strumenti sempre di più “sociali”. Lo scienziato sembra determinato a rimescolare le carte, per una seconda volta, facendo notare come le selezioni compiute dall’algoritmo di Google non possano essere neutrali e che si possa e si debba compiere un ulteriore passo avanti.

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