X lancia About This Account: pioggia di polemiche

X lancia About This Account per aiutare a verificare i profili ma il rollout ha mostrato errori di localizzazione.
X lancia About This Account: pioggia di polemiche

Nel panorama sempre più complesso delle piattaforme social, il tema della trasparenza dei profili torna prepotentemente alla ribalta.

A fare da catalizzatore, questa volta, è il debutto della funzione About This Account su X, pensata per offrire maggiori garanzie agli utenti contro la proliferazione di account falsi, automatizzati e potenzialmente pericolosi. Eppure, dietro le promesse di chiarezza e affidabilità, emergono subito criticità che rischiano di minare la fiducia nella nuova feature.

La funzione, presentata ufficialmente il 21 novembre 2025, nasce con l’intento di aumentare la trasparenza sulle identità digitali, fornendo dettagli utili come la data di creazione del profilo, la cronologia dei cambi di username, il tipo di dispositivo utilizzato e, soprattutto, i dati di posizione. Queste informazioni, accessibili cliccando sulla dicitura “Joined” all’interno dei profili, dovrebbero permettere agli utenti di orientarsi meglio tra profili autentici e sospetti, in un ecosistema sempre più affollato da bot e Intelligenza Artificiale.

Tuttavia, il rollout iniziale non è stato esente da problemi. Diversi utenti hanno infatti segnalato errori macroscopici, in particolare per quanto riguarda la localizzazione geografica. Dopo la questione legata all’uso delle VPN, si sono verificati casi di profili canadesi erroneamente associati agli Stati Uniti, o situazioni analoghe che si sono moltiplicate nei giorni immediatamente successivi al lancio.

L’origine delle imprecisioni? Un mix di fattori tecnici, come ha spiegato Nikita Bier, Head of Product di X, oltre alle già citate VPN, potrebbe essere legata a servizi satellitari come Starlink. Questi strumenti, mascherando o reindirizzando il traffico, compromettono l’attendibilità dei sistemi di geolocalizzazione basati su indirizzo IP.

La risposta dell’azienda non si è fatta attendere. Di fronte alle numerose segnalazioni, X ha scelto di ritirare temporaneamente il pannello informativo per lavorare su migliorie tecniche e implementare indicatori che segnalino chiaramente quando i dati di posizione potrebbero essere alterati da strumenti di anonimizzazione. Parallelamente, sono stati introdotti nuovi controlli di privacy, accessibili dalla sezione Privacy and Safety delle impostazioni dell’app, che permettono agli utenti di decidere il livello di dettaglio con cui mostrare la propria posizione: dal paese esatto, a una regione più ampia, fino al continente.

Questa apertura verso la personalizzazione delle informazioni risponde anche alle preoccupazioni sollevate dagli esperti di sicurezza. La geolocalizzazione tramite indirizzo IP, infatti, è notoriamente fallace quando entrano in gioco tecnologie come le VPN, rischiando di generare falsi positivi e di danneggiare la reputazione di utenti innocenti. In un contesto dove la lotta alla disinformazione si gioca su equilibri delicati, il rischio di attribuire troppa affidabilità a dati facilmente manipolabili non è trascurabile.

Nonostante i passi falsi iniziali, il pubblico non ha reagito in modo completamente negativo. La possibilità di consultare la cronologia dei cambi di username viene vista da molti come uno strumento prezioso per smascherare profili che cambiano identità con frequenza sospetta, mentre l’indicazione della piattaforma di accesso offre un ulteriore elemento di contestualizzazione. Tuttavia, la circolazione di dati di posizione errati ha alimentato il dibattito sulla necessità di maggiore trasparenza sulle fonti dei metadati e su garanzie più solide per la tutela della privacy.

In questa fase, X si trova a dover gestire una sfida tanto tecnica quanto culturale: migliorare la qualità e l’affidabilità delle informazioni senza ricorrere a pratiche invasive, e al tempo stesso comunicare con chiarezza i limiti intrinseci dei sistemi di verifica. L’azienda si è impegnata a rendere esplicito quando le informazioni visualizzate potrebbero essere inaffidabili a causa dell’uso di VPN o di altre tecnologie di anonimizzazione, integrando questa trasparenza con le nuove opzioni di privacy messe a disposizione degli utenti.

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