Google: Facebook tiene in ostaggio i dati degli utenti

Torna di nuovo alla ribalta il leitmotiv che da qualche tempo a questa parte sembra guidare molti degli interventi pubblici dei due fondatori di Google.

Torna di nuovo alla ribalta il leitmotiv che da qualche tempo a questa parte sembra guidare molti degli interventi pubblici dei due fondatori di Google. Sergey Brin aveva recentemente tuonato contro Facebook ed Apple (ved. questa pagina) per poi rivedere, almeno parzialmente, le sue dichiarazioni.
In un’intervista concessa alla CBS, è il CEO di Google, Larry Page (nella foto a lato), cofondatore insieme con Brin dell’azienda, a puntare di nuovo il dito contro Facebook. Le argomentazioni sono sostanzialmente le stesse: al social network ideato da Mark Zuckerberg si contesta l’eccessiva “chiusura” ed un’impostazione generale tesa ad estromettere completamente i concorrenti.

Page ha dichiarato che “Facebook tiene in ostaggio i dati degli utenti“. Secondo il CEO di Google tale atteggiamento rispecchierebbe il disegno alla base del social network in blu che tenta di accentrare a sé tutte le informazioni degli iscritti.
In qualità di azienda leader nel settore delle ricerche online, Google vorrebbe attingere all’enorme tesoro di informazioni che Facebook gestisce ogni giorno: “non ci permettono di farlo“, ha però spiegato Page che contesta la posizione dei vertici di Facebook, quando adducono motivazioni collegate alla tutela della privacy degli utenti. Ed aggiunge che, per esempio, a Yahoo! è attualmente consentito di proporre dei dati provenienti da Facebook. “A noi, invece, è vietato farlo“, ha concluso Page.

Il numero uno del colosso di Mountain View fa presente che per gli utenti di Facebook è possibile importare la rubrica di Google Gmail mentre il social network di Zuckerberg non ricambia “la cortesia”. Google, insomma, attraverso le parole di Page, sembra non volersi nascondere dietro un dito: il business della società, come noto, ruota indubbiamente attorno alla gestione dei dati degli utenti e, a tal proposito, riuscire a mettere le mani sulle informazioni raccolte da Facebook si rivelerebbe cosa estremamente positiva ma l’azienda rivendica a sé una differenza giudicata di grandissimo valore. Gli utenti devono essere in grado, sempre, di spostare i propri dati da un servizio all’altro, anche di società concorrenti. È questa la filosofia alla base dell’iniziativa Data Liberation Front, spesso ricordata (vedere anche questi articoli).

E per quanto riguarda una possibile “discesa in campo” di Facebook nel segmento di mercato dei motori di ricerca? Se il social network di Zuckerberg iniziasse a proporre un suo motore di ricerca? “È un’eventualità che stiamo considerando in modo molto serio“, ha dichiarato Page. “Esattamente come facciamo per quanto riguarda il tema dei social media“.

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