Diritto alla riparazione: l'Europa si mobilita perché i dispositivi elettronici durino di più

Dopo le istanze presentate da più parti Oltreoceano, anche in Europa si comincia a decidere per obbligare i produttori a fornire i componenti hardware sostitutivi, anche dopo la scadenza della garanzia.

Le associazioni che operano in difesa dei consumatori spesso ricevono lamentele di cittadini che si sentono negare l’invio di parti di ricambio per i loro dispositivi elettronici. E non è raro vedere TV costosissime di appena quattro anni prima finire tra i rifiuti RAEE.
Basti pensare che i moderni televisori, secondo recenti studi, vengono sostituiti due volte di più rispetto ai vecchi TV a tubo catodico e grandi elettrodomestici come le lavatrici vengono rimpiazzate con i nuovi modelli molto più di frequente.
Le ragioni sono molteplici: la maggior parte dei nuovi prodotti costa meno che in passato mentre i costi di manodopera per le riparazioni sono in aumento.
I componenti hardware di notebook, convertibili, ibridi, di tablet e smartphone sono sempre più spesso incollati tra loro invece di essere accoppiati con delle viti. L’obiettivo è quello di rendere i dispositivi ancora più sottili con i produttori sempre più interessati a cicli di vita ben definiti, con i consumatori portati ad acquistare sempre le ultime novità.

Smaltire invece che riparare: è questa, purtroppo, la tendenza della moderna società “usa e getta”.
Negli Stati Uniti si parla da anni del cosiddetto “diritto alla riparazione” (vedere questo nostro articolo di oltre due anni fa: Diritto alla riparazione: Apple è contraria e continua la sua battaglia legale) con la Federal Trade Commission (FTC) che nel 2018 ha dichiarato l’illegittimità dell’utilizzo delle ben note etichette “warranty void if removed“: Le etichette che invalidano la garanzia dei prodotti elettronici sono illegali.

Adesso anche l’Europa sembra voler fare sul serio e dal 2021 i produttori di alcuni apparecchi elettrici ed elettronici, tra cui televisori, monitor e frigoriferi, dovranno obbligatoriamente fornire pezzi di ricambio e istruzioni per la loro installazione.
Non solo: i produttori di televisori devono conservare per ben 7 anni componenti importanti come alimentatori e condensatori interni e spedirli entro due settimane ai richiedenti.

Un cambio di rotta epocale che consentirà non soltanto ai centri autorizzati ma anche ai professionisti indipendenti e agli stessi privati di provare a riparare un prodotto danneggiato senza incorrere più in pesanti esborsi economici che di solito spingono alla sostituzione del prodotto e al conferimento nei rifiuti RAEE degli apparecchi non funzionanti a dovere.
Oggi i produttori sono ancora liberi di decidere se riparare un prodotto rotto, sostituirlo o – se la garanzia è scaduta – non fare nulla.

A questo punto l’obiettivo dei sostenitore del diritto alla riparazione è quello di estendere gli obblighi anche ai produttori di smartphone, tablet, notebook e dispositivi simili. Su questo tema la Commissione Europea ha già ottenuto proposte da diversi istituti di ricerca: la proposta è quella di applicare regole simili a quelle adottate per i televisori: i “componenti chiave” dei computer portatili e di altri dispositivi elettronici similari, quali batteria, display, tastiera e memoria, dovrebbero essere sempre sostituibili e i produttori dovrebbero essere tenuti a fornire pezzi di ricambio e informazioni sulle riparazioni.

Alcune associazioni di produttori si oppongono strenuamente anche se adesso sarebbe davvero complicato, per la Commissione, fare marcia indietro, soprattutto in forza di quanto deciso per i televisori e altri dispositivi sempre presenti nelle case di ogni cittadino. Ci vorranno però almeno 4 anni perché il legislatore si esprima in materia di smartphone, tablet, notebook, convertibili e via dicendo.

Da registrare il deciso cambio di rotta di Apple che in passato aveva avviato un braccio di ferro con le autorità USA mentre oggi appare molto più accondiscendente. La Mela ha sorpreso tutti annunciando che presto fornirà parti di ricambio, utensili e istruzioni alle imprese indipendenti che offrono servizi di riparazione, per giunta alle stesse condizioni dei suoi partner autorizzati. Apple comincerà dagli Stati Uniti per poi estendere l’iniziativa agli altri Paesi.

In sede europea si sta valutando anche un’etichetta che indichi ai consumatori, già prima dell’acquisto, quanto sia facile riparare un dispositivo, un’informazione simile a quella che gli esperti di iFixIt applicano come valutazione finale.

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