Google investirà sull'Italia ma ci vuole la banda larga

Dopo l'evento di luglio, Google prosegue con gli incontri sotto il "Big Tent" romano.

Dopo l’evento di luglio, Google prosegue con gli incontri sotto il “Big Tent” romano. L’obiettivo è quello di favorire il dialogo fra la società di Mountain View, gli altri protagonisti dell’IT italiana, le imprese, i cittadini, la pubblica amministrazione e il Governo (Google organizza Big Tent a Roma. Parola d’ordine: dialogo).
La giornata di lavori odierna ha visto arrivare dagli States un ospite d’eccellenza: Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, che ha speso parole di elogio riferendosi allo spirito imprenditoriale italiano ed alle tante risorse che contraddistinguono il nostro Paese.
Per Schmidt l’Italia, nonostante il periodo di crisi che sta attraversando, ha le carte in regola per crescere e la crescita passa inevitabilmente per la diffusione delle competenze digitali, la valorizzazione dei giovani, le attività di promozione degli “ingegni” italiani ad oggi ancora nascosti, la disponibilità dell’accesso alla banda larga in tutte le aree geografiche del Paese.

Google, promette il presidente della società fondata da Larry Page e Sergey Brin, ha intenzione di investire convintamente sull’Italia ma c’è bisogno che il Governo non tentenni sulla questione della diffusione della connettività banda larga. L’Italia è indietro ed è questo un aspetto fondamentale sul quale bisogna investire nel breve termine. Tante parole si sono spese sull’argomento ma è necessario, ora più che mai, che la pubblica amministrazione si faccia carico dei costi per la diffusione del broadband. “Nulla può accadere senza banda larga, Wi-Fi e LTE“, ha osservato Schmidt che invita a dar man forte all’imprenditoria, ad accettare nuovi protagonisti sulla scena italiana, a rendere molto meno burocratica l’intera macchina dello Stato. “Il resto verrà da sé“.

L’Italia, sebbene acciaccata, deve – secondo Schmidt – far uscire dalla massa i tanti talenti. Proprio la diffusione di Internet può fungere da volano per una rapida crescita.
Dati alla mano, migliorare l’accesso con tecnologie a banda larga del 10% contribuirebbe a favorire l’occupazione di un 1,5% chiamando al lavoro soprattutto i giovani. Con una disoccupazione giovanile al 40% non è cosa da poco.

Per Schmidt l’Italia deve seriamente misurarsi con una “sfida digitale” che passa anche attraverso il “made in Italy”. Da qui a cinque anni le tecnologie rivoluzioneranno ulteriormente il modo di fare impresa. Ecco quindi che l’Italia, se riuscirà ad essere pronta per “cavalcare l’onda”, potrà ottenere grandi benefici dall’esportazione dei prodotti all’estero. Strumenti come le stampanti 3D, commercializzate a prezzi sempre più competitivi, permetteranno anche alle piccole e medie imprese (e non solo alle grandi realtà) di sviluppare prodotti a costi contenuti.

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