Quale smartphone Android comprare: consigli pratici

Qualche suggerimento pratico sulle caratteristiche degli smartphone Android da tenere in considerazione in vista dell'acquisto.
Quale smartphone Android comprare: consigli pratici

Vogliamo proporvi alcuni suggerimenti per la scelta di un nuovo smartphone Android da comprare. Non partiremo, questa volta, da modelli specifici anche perché correremo il rischio di far diventare quest’articolo già vecchio… domani.
L’idea è invece quella di offrire alcune informazioni generali aggiornandole via via con il trascorrere del tempo e all’evolversi della tecnologia.

Per molti scegliere uno smartphone da comprare è diventato molto più complesso che approcciarsi all’acquisto di un nuovo PC. In effetti sono tante le caratteristiche alle quali bisogna prestare attenzione: alcune di esse potrebbero risultare maggiormente rilevanti per alcuni utenti mentre avere un’importanza marginale per altri.

Le prestazioni garantite da uno smartphone vanno di pari passo con il costo, questo è banale. Ma anche nella fascia media si possono fare grandi affari se non si cerca sempre il SoC di punta, la migliore fotocamera o addirittura il display flessibile.
Le caratteristiche dei top di gamma dell’anno precedente di solito arrivano sempre sugli smartphone di fascia media dell’anno seguente: ed è una regola che non va dimenticata se non si volesse sempre avere in tasca il modello “ultimo grido” e si preferisse spendere i propri soldi con oculatezza.

Display

Gli smartphone con uno schermo compatto sono ormai cosa del passato. La maggior parte degli smartphone in commercio presenta una diagonale generosa che viene di solito ottenuta modificando il rapporto d’aspetto, con i dispositivi mobili che tendono a diventare sempre più stretti e allungati.
Per aumentare il valore della diagonale in pollici si è progressivamente passati dai 16:9 a 18:9 per spingersi quindi a 19:9, 19.5:9 e in alcuni casi anche a 20:9. Non è improbabile che a questo punto si possa tornare alla proposta estrema 21:9 avanzata da LG qualche anno fa.

Se si parla di visualizzazione di contenuti la conservazione del rapporto d’aspetto originale, com’è d’obbligo fare, introduce comunque la comparsa di bande nere (letterboxing effect). Ne abbiamo parlato nell’articolo sul significato di rapporto d’aspetto.

In termini di risoluzione quindi già i display Full HD standard (quindi 1920×1080 pixel o 1080p) diventano una soluzione ormai superata. I display QuadHD, ad esempio, sono caratterizzati da una risoluzione 1440×2560 pixel con alcune varianti che si spingono ancora più avanti a seconda del rapporto d’aspetto scelto.

Il dato ancora più importante quando si sceglie uno smartphone non è tanto quello della risoluzione ma dei punti per pollice (ppi). Uno smartphone si guarda a pochi centimetri di distanza quindi il valore della densità dei pixel deve essere ovviamente più elevato rispetto a quello di un TV o di un monitor.
Secondo DisplayMate l’occhio umano si può accorgere della struttura e della distribuzione dei pixel con un valore pari a 477 ppi a 45 centimetri di distanza dal display.

Cruciale anche la tecnologia con cui è realizzato il pannello del display dello smartphone. In breve:

  • IPS-LCD. Assicura migliori angoli di visualizzazione. È una scelta comunissima negli smartphone.
  • OLED Mostra colori vivaci e convince per il contrasto. Garantisce una maggiore durata della batteria.
  • TFT-LCD. La tecnologia più economica con angoli di visualizzazione mediocri. Non viene più utilizzata.
  • AMOLED. Gli schermi di questo tipo sono luminosi e offrono una buona durata della batteria ma sono difficili da leggere alla luce diretta del sole e hanno un’aspettativa di vita tutto sommato limitata.
  • Super AMOLED. Schermi più luminosi che migliorano anche la visibilità alla luce del sole rispetto ai classici AMOLED.

Gli schermi OLED/AMOLED hanno il vantaggio di un livello di contrasto elevato derivante dal controllo individuale della luminosità dei pixel. Di conseguenza le immagini vengono riprodotte in maniera più realistica e il consumo energetico si riduce drasticamente quando lo schermo mostra immagini scure (ciò ha anche contribuito a rendere popolari i temi scuri sugli smartphone). In un altro articolo ci siamo chiesti infatti se uno sfondo nero possa aiutare a risparmiare batteria.

Il rovescio della medaglia è che gli schermi OLED hanno un costo di produzione più alto, così come un minor numero di fornitori: domina la Corea del Sud con Samsung Display e LG Inoltre, i diodi organici possono perdere la loro capacità di cambiare le loro proprietà nel vorso del tempo e ciò accade quando la stessa immagine viene visualizzata per un lungo periodo di tempo. Il problema è noto come “burn-in” e tende a manifestarsi quando si applicano impostazioni di luminosità più elevate per lunghi periodi di tempo sullo schermo dello smartphone.

Negli smartphone si cercherà di incorporare progressivamente la tecnologia microLED. Un display microLED ha un diodo emettitore di luce per ogni subpixel, di solito una serie di diodi rossi, verdi e blu per ogni punto. È probabile che venga utilizzato un materiale inorganico come il nitruro di gallio (GaN) in futuro sempre più “gettonato” anche per i caricabatterie.

Adottando una tecnologia di auto-emissione di luce i display microLED non richiedono l’uso di una retroilluminazione con ogni pixel che viene “spento” individualmente. Il risultato è davvero notevole: il livello di contrasto è paragonabile con quello degli OLED senza i difetti dei diodi organici.
Un altro vantaggio della tecnologia microLED è la possibilità di visualizzare immagini con livelli di luminosità più elevati pur assicurando un consumo energetico inferiore. I punti di forza di LCD e OLED vengono così combinati in un’unica soluzione.

Memoria RAM

Alcuni utenti sono stati condizionati, nel corso di anni, a credere che il quantitativo di RAM libera sia un indicatore di buone prestazioni. In realtà per uno smartphone è il contrario.
Caricare un’app dalla memoria RAM si traduce in un consumo energetico contenuto: se la RAM è quindi commisurata alle esigenze del sistema operativo e dell’utente, la sua occupazione in modo intensivo non è indice di un problema o di un dispositivo sottodimensionato. Qualche power user potrebbe sentire il bisogno di dotarsi di smartphone Android con 12 GB di RAM ma per la maggior parte degli utenti 8 GB bastano e avanzano.

Vale la pena ricordare che le app che si propongono di liberare memoria RAM (i cosiddetti task killer o memory optimizer) sono inutili e controproducenti.
Lanciare da zero un’app contribuisce a ridurre l’autonomia e a rallentare il dispositivo: molto meglio lasciare agire il garbage collector di Android. È invece bene sulla chiusura ed eventualmente sulla disinstallazione/sostituzione di quelle app che restano sempre in esecuzione in background e contribuiscono a ridurre la durata della batteria oltre che ad appesantire il dispositivo mobile.

Batteria

L’autonomia di uno smartphone dipende ovviamente dal tipo di utilizzo, dalle accortezze utilizzate in termini di efficienza energetica dal produttore, dalle caratteristiche del SoC, dal display adottato e dalla capacità della batteria.
La maggior parte degli smartphone sono dotati di batterie da 3500-4000 mAh, sufficienti a fornire un giorno di autonomia con un uso normale.
Nella maggior parte dei casi la batteria non è rimovibile quindi la sua eventuale sostituzione richiederà un intervento importante sullo smartphone con la rimozione di parte del telaio che potrebbe far venire meno la resistenza all’immersione in acqua ove prevista dal produttore.

Da controllare la tipologia di ricarica rapida assicurata dai vari produttori di smartphone: le varie tecnologie – MediaTek Pump Express, Oppo VOOC, Xiaomi SuperCharge Turbo, OnePlus Dash Charge, Huawei SuperCharge, Samsung Adaptive Fast Charging, Motorola Turbo Charge sono solo alcuni nomi – non sono compatibili. In un altro articolo abbiamo visto come funziona la carica rapida della batteria e perché in alcuni casi il telefono si carica lentamente.

Fotocamera

Uno degli aspetti sui quali si concentra l’attenzione di molti utenti sono le caratteristiche del comparto fotografico.
Il tipo di obiettivo, l’ottica, il numero e la tipologia dei sensori, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sono aspetti decisamente più importanti rispetto al numero “secco” di Megapixel.

Del termine Megapixel hanno infatti ampiamente abusato i marketers delle varie aziende quando la risoluzione non ha un’importanza così cruciale nella qualità delle foto acquisite con lo smartphone. Nell’articolo in cui spieghiamo perché i Megapixel in ambito fotografico siano un falso mito abbiamo presentato anche tecnologie come Tetracell, Nonacell per arrivare al più recente sensore ChameleonCell di Samsung che combinano le informazioni sulla luce provenienti da più e i dati da più pixel per creare foto di qualità anche in condizioni di scarsa illuminazione.

Negli smartphone con doppia fotocamera sul dorso di solito si usano diverse combinazioni: sensore di profondità, sensore monocromatico, teleobiettivo, obiettivo grandangolare o super grandangolare.
Nelle configurazioni triple camera si ha, accanto al sensore principale, un grandogolre e un “bianco e nero” per foto artistiche; nei quad camera la quarta fotocamera è di solito un sensore di profondità o un obiettivo macro.

Di solito le fotocamere per smartphone usano lenti di plastica ma quelle più costose montano lenti in vetro che aiutano a produrre immagini di alta qualità. Alcuni produttori di smartphone collaborano con i principali produttori di DSLR come Leica, Sony, Zeiss per ottenere le migliori lenti oggi disponibili.

Per sapere quali smartphone montano le fotocamere migliori, anche per l’acquisizione di video, suggeriamo di fare riferimento alla classifica di DxOMark che viene continuamente aggiornata.

Storage

La memoria interna degli smartphone una volta era di tipo eMMC; oggi i modelli migliori montano flash UFS 3.1 che offrono prestazioni in lettura e scrittura decisamente più elevate.
Rispetto alla memoria RAM le operazioni di I/O sullo storage rappresentano i colli di bottiglia più marcati. UFS 3.0 e UFS 3.1 consentono di gestire molta più banda rispetto alle versioni precedenti, per non parlare di eMMC, consumano meno energia e sostengono intervalli di temperatura più ampi evitando effetti di thermal throttling molto frequenti quando si parla di memorizzazione dei dati.

Aggiornamenti e rilascio di patch correttive

Quando si sceglie un nuovo smartphone Android è fondamentale orientarsi su dispositivi i cui produttori abbiano l’abitudine di rilasciare periodicamente aggiornamenti correttivi.
Ne parliamo nell’articolo sui produttori che aggiornano più di frequente e assicurano un supporto pluriennale.

Design

Gli smartphone con un corpo realizzato in materiale plastico sono economici (e spesso si riesce quindi a guadagnare qualcosa in termini di componentistica interna), si rompono difficilmente ma sono sensibili ai graffi.
Il telaio in metallo offre una migliore protezione della componentistica interna, è elegante e bello da vedere. Il corpo in vetro rende lo smartphone, almeno alla vista, più grande di quello che è ma è sicuramente molto meno durevole e più delicato.

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