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Il futuro della realtà mista secondo Apple sembra ormai tracciato, con il prossimo arrivo sul mercato del nuovo Vision Pro 2.
A differenza di quanto molti appassionati si aspettavano, l’azienda di Cupertino avrebbe scelto una strada di continuità stilistica, ma con significativi passi avanti sotto il cofano. Secondo fonti vicine all’ambiente e documenti recentemente trapelati dalla FCC, il dispositivo sarà caratterizzato da un processore di nuova generazione, il potente M5, mentre il design rimarrà sostanzialmente invariato rispetto alla prima versione. Questa scelta evidenzia la volontà di consolidare una piattaforma tecnologica d’élite, mantenendo saldo il posizionamento premium già adottato al debutto.
La strategia di Tim Cook e del suo team è chiara: non cedere alle critiche rivolte al prezzo elevato della prima generazione, ma rafforzare la visione di un prodotto destinato a una fascia di utenti early adopter e professionisti, piuttosto che al grande pubblico. In quest’ottica, il nuovo Vision Pro 2 si configura come un vero e proprio laboratorio tecnologico, il cui scopo principale è raccogliere dati e feedback preziosi per lo sviluppo di future soluzioni, magari più accessibili, nel settore XR.
Stesso design, processore potenziato: ecco come sarà Vision Pro 2
Il cuore pulsante di questa evoluzione sarà proprio il già citato chip M5, che promette un salto generazionale in termini di performance e di efficienza energetica.
Elementi come la fluidità nelle applicazioni più complesse, la gestione ottimizzata delle risorse e una maggiore autonomia saranno i punti di forza che Apple intende offrire agli utenti più esigenti. L’azienda, infatti, sembra aver puntato tutto sull’ottimizzazione interna, rinunciando a un redesign completo per concentrare gli sforzi sull’esperienza d’uso e sulle funzionalità chiave.
Per bilanciare i costi di produzione, si fa strada l’ipotesi di una razionalizzazione delle componenti hardware: la funzione EyeSight, ovvero il display esterno che mostra una rappresentazione digitale del volto dell’utente, potrebbe essere sacrificata. Sebbene si tratti di una tecnologia sofisticata, molti recensori hanno sollevato dubbi sul reale valore aggiunto di questa soluzione, spingendo Apple a valutare una sua possibile eliminazione nella seconda generazione del visore.
Il prezzo rimane un nodo cruciale: i 3.499 dollari richiesti per il Vision Pro 2 rappresentano una soglia difficile da superare per molti consumatori, soprattutto se messi a confronto con alternative più accessibili come Meta Quest 3. Tuttavia, la strategia di Cupertino sembra più orientata alla creazione di un ecosistema di innovazione, dove la raccolta di dati dagli utenti pionieri diventa la leva principale per guidare l’evoluzione futura del settore XR, piuttosto che la conquista immediata di quote di mercato significative.
Nel frattempo, la concorrenza non sta a guardare: il suddetto Meta Quest 3 continua a dominare la scena grazie a un ecosistema di contenuti ampio e prezzi competitivi, mentre Samsung si prepara a entrare nella partita con il suo Project Moohan, accendendo ulteriormente la competizione. In questo scenario, Apple si trova a dover affrontare due sfide fondamentali: la carenza di contenuti esclusivi e una base utenti ancora troppo ristretta. Gli analisti sono concordi nel ritenere che, senza un’offerta software robusta e servizi in grado di fare la differenza, anche l’hardware più avanzato rischia di restare confinato in una nicchia di mercato.