Arrestato hacker diciannovenne a Barcellona: rubati i dati di milioni di persone

Ad appena 19 anni di età rischia 10 anni di galera: è il giovane hacker arrestato in Spagna per aver rubato i dati di milioni di clienti di aziende di energia e telefonia.
Arrestato hacker diciannovenne a Barcellona: rubati i dati di milioni di persone

La Polizia Nazionale spagnola ha arrestato un giovane di 19 anni a Igualada (Barcellona), accusato di essere la mente dietro uno dei più grandi furti di dati personali recenti in Spagna. Il cybercriminale avrebbe sottratto e messo in vendita informazioni sensibili appartenenti a circa 64 milioni di utenti (cifra che potrebbe includere record duplicati o non aggiornati, dato che supera la popolazione spagnola).

I fatti contestati

L’hacker è riuscito a violare i sistemi di sicurezza di diverse compagnie (circa nove aziende totali), operanti principalmente nei settori dell’energia e delle telecomunicazioni. Tra i dati sottratti figurano informazioni estremamente sensibili:

  • Nomi e cognomi
  • Numeri di carta d’identità
  • Indirizzi di residenza
  • Numeri di telefono
  • Coordinate bancarie (codici IBAN)

Una volta ottenuti i database, il giovane criminale informatico utilizzava forum specializzati nel Dark Web per vendere i pacchetti di dati al miglior offerente. Le transazioni avvenivano esclusivamente in criptovalute per rendere difficile il tracciamento dei flussi di denaro.

L’operazione, condotta dagli agenti della Polizia Nazionale, ha portato all’individuazione del soggetto nella sua abitazione a Igualada. Durante la perquisizione sono stati sequestrati dispositivi informatici e bloccati i wallet di criptovalute contenenti i profitti delle vendite illecite.

Dopo l’arresto, il giovane è stato messo a disposizione dell’Audiencia Nacional. Attualmente è stato rilasciato in libertà provvisoria con misure cautelari in attesa del processo, ma rischia accuse gravi legate alla scoperta e rivelazione di segreti (violazione della privacy) e crimini informatici.

Questo arresto sottolinea la vulnerabilità delle grandi aziende che gestiscono enormi moli di dati dei cittadini e riporta l’attenzione sulla facilità con cui informazioni critiche (come i conti bancari) possono finire nel mercato nero digitale.

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