Antitrust avvia una verifica a carico di Google: app Enel rifiutata su Android Auto

L'AGCM apre un fascicolo a carico di Google per presunto abuso di posizione dominante. L'azienda di Mountain View avrebbe a più riprese impedito a un'app Enel di entrare a far parte dell'offerta Android Auto.

Della piattaforma Android Auto abbiamo spesso parlato in passato: Android Auto: cos’è e come funziona.
Si tratta di uno strumento, fruibile da diversi dispositivi (compresi smartphone e sistemi di infotainment), che permette di interagire con le chiamate vocali, gli SMS, la messaggistica istantanea, i riproduttori multimediali, il navigatore, in maniera molto più semplice e intuitiva.

Quando si è alla guida di un mezzo, infatti, risulta pericolosissimo distogliere lo sguardo dalla strada e distrarsi in attività che non richiedano più di un semplice tocco per essere eventualmente attivate (per questo motivo Google sta lavorando su un importante aggiornamento per Android Auto che debutterà tra qualche mese: Android Auto, le principali novità della nuova versione attesa in estate).

Nel frattempo, però, l’Antitrust ha deciso di aprire un fascicolo per valutare un potenziale abuso di posizione dominante da parte di Google.
Stando a quanto si legge nel testo del provvedimento, condiviso quest’oggi da AGCM, Google avrebbe rifiutato di integrare in Android Auto l’app Enel X Recharge, sviluppata da Enel per fornire agli utenti finali informazioni e servizi per la ricarica delle batterie delle auto elettriche.

L’applicazione in questione mostra la posizione geografica delle colonnine di ricarica per le auto elettriche o ibride ed è quindi utilissima per i possessori di veicoli di nuova generazione.

L’esclusione della app Enel X Recharge da Android Auto riduce la fruibilità di tale app da parte degli utenti e limita le possibilità di questi ultimi di usare le utilità della app, tra cui la prenotazione delle colonnine di ricarica“, si legge in una nota dell’Antitrust, che prosegue: “l’interesse di Google sembrerebbe quello di difendere e rafforzare il modello di business della propria app Google Maps, che offre una vasta gamma di servizi agli utenti finali, tra cui anche informazioni sulla localizzazione delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche e indicazioni su come raggiungerle“.

Le indagini sono state avviate a seguito di due segnalazioni trasmesse ad AGCM da Enel a febbraio e aprile 2019. Enel afferma che la sua applicazione sarebbe stata sviluppata attenendosi alle linee guida messe a disposizione da Google per Android Auto.
In un’email che Google ha inviato a Enel per motivare il rifiuto di collegare Enel X Recharge ad Android Auto, l’azienda di Mountain View ha affermato di “ritenere Enel X Recharge una app di utilità, e non di navigazione, e di non avere piani per integrare tale categoria di app in Android Auto“.
Successivamente, dal momento che Enel X Recharge è utilizzabile unicamente ricorrendo a comandi vocali, Google ha sollevato problematiche correlate alla tutela dell’incolumità degli utenti.

Secondo l’accusa, invece, Google avrebbe avviato un comportamento anticoncorrenziale teso ad escludere aziende rivali come Enel. L’azienda di Mountain View ha infatti suggerito a Enel di integrare la sua app in Google Maps oppure di renderla compatibile con i sistemi di infotainment di ogni singola casa automobilistica.

Dal momento che Enel X Recharge permette anche di prenotare i servizi di ricarica, la società ha deciso di non ritenere percorribili le strade proposte da Google e si è rivolta all’Antitrust.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti