Caricatore portatile: si può usare quello di un altro notebook?

Una delle domande più frequenti: si può usare il caricabatterie di un altro notebook per ricaricare il proprio portatile? Quali sono le eventuali controindicazioni?
Caricatore portatile: si può usare quello di un altro notebook?

Una delle domande più ricorrenti tra i lettori è legata alla possibilità di sostituire il caricabatterie usato per alimentare il proprio notebook con un altro caricatore portatile.
È possibile farlo? E se sì, in quali circostanze?

Premettiamo subito che usare il caricatore di altri dispositivi per alimentare il proprio notebook non è cosa così banale come nel caso degli smartphone (che sfruttano l’interfaccia USB anche per ricaricare la batteria).

Per i notebook, infatti, non esiste un caricatore portatile standard ed è sempre consigliato usare sempre il caricabatterie fornito dal produttore. Gli stessi connettori usati per collegare il caricatore al portatile non sono uguali: talvolta è quindi fisicamente impossibile usare il caricabatterie di un produttore con un notebook commercializzato da un’altra azienda.

Fortunatamente la situazione sta a poco a poco cambiando grazie all’utilizzo del connettore USB Type-C su un numero sempre più ampio di notebook e convertibili 2-in-1: USB Type-C: quali sono le caratteristiche del connettore.

Le caratteristiche di ciascun alimentatore sono stampate su di esso (la cosiddetta “targa”) e sono espresse in Volt (V), Ampere (A) e Watt (W).
Un caricabatterie portatile con le stesse caratteristiche di un altro, sulla carta non dovrebbe creare alcun problema. All’atto pratico, però, il caricatore di un certo produttore potrebbe non funzionare con i notebook degli altri. Questo perché i caricabatterie sono ormai sufficientemente “smart” da riconoscere i notebook ai quali essi vengono collegati: ricaricano la batteria dei portatili di uno stesso produttore.

Come consiglio generale, con un notebook che non si ricarica mediante porta USB-C, è sempre preferibile usare il caricatore portatile originale.
Soltanto in caso di necessità si può provare a usare quello di un’altra marca a patto però di sceglierne uno dotato di identico connettore e uguale tensione.
Il caricabatterie deve infatti allienarsi alla soglia di tensione prevista dal produttore e superarla solo leggermente raggiungendo il cosiddetto charging limit. Dispositivi di ricarica contraddistinti da valori di tensione più elevati possono portare a bruciare la batteria e il loro utilizzo può portare a conseguenze molto spiacevoli anche sul versante della sicurezza.

Il valore in termini di amperaggio può essere superiore o inferiore: si tratta del quantitativo potenziale di corrente elettrica erogabile; nel caso in cui fosse inferiore rispetto al caricabatterie originale, ci vorrà più tempo per ricaricare la batteria. Il dispositivo di ricarica non deve soffrire di difetti perché (soprattutto se composto da componenti di scarsa qualità) potrebbero verificarsi surriscaldamenti, anche importanti.

Viceversa, un caricatore con un valore in termini di Ampere superiore rispetto all’originale di solito non crea problemi perché il circuito di ricarica interno allo smartphone non permette sovracorrenti.

In generale, comunque, i caricabatterie per i portatili possono essere usati senza problemi su tutti i notebook della stessa marca. In altre parole, di solito non ci sono problemi a usare caricatori di altri modelli dello stesso produttore.

Nel prossimo futuro sempre più produttori passeranno allo standard USB Power Delivery che permette di trasferire l’energia elettrica attraverso cavi e connettori USB-C.
I vari produttori stanno mano a mano abbracciando lo standard nei vari loro device: così i caricabatterie portatili diverranno sempre più intercambiabili, anche sui notebook (vedere USB Type-C: quali sono le caratteristiche del connettore).

La capacità massima delle batterie viene generalmente espressa in mAh: un caricabatterie o un power bank da 20.000 mAh dovrebbero riuscire a ricaricare in circa un’ora dispositivi dotati di una batteria di eguale capienza o ancora meno i convertibili equipaggiati con batterie meno “importanti”.
È bene evidenziare che si tratta di un valore nominale: il valore indicato può essere ottenuto a terminale spento e comunque non è mai costante, diversamente invece alla tensione che deve rimanere tale.

Per controllare la velocità di ricarica dei propri dispositivi elettronici Windows e come funziona il caricabatterie, si può scaricare un programma gratuito come BatteryInfoView di Nirsoft (cercarlo su Google e scegliere il primo link proposto).
Il tool mostra, in un’unica schermata, la capacità di carica della batteria ed è in grado di fornire preziose informazioni sulla corrente istantaneamente trasferita dal caricabatterie e sullo stato della batteria.


Un altro software eccellente è Battery Status Monitor che mostra in tempo reale su un grafica l’andamento delle fasi di carica e scarica della batteria.

Si può lasciare il portatile sempre collegato al caricabatterie?

Molti utenti sono soliti lasciare il notebook sempre collegato al caricabatterie, a sua volta inserito nella presa elettrica a muro. Si tratta di un’operazione che ha qualche possibile impatto negativo sulla salute della batteria?

Innanzi tutto cominciamo col dire che non esiste alcun rischio di sovraccaricare la batteria: quando la ricarica raggiunge il 100% e si lascia inserito il caricatore non v’è alcun rischio, neppure di danneggiamento della batteria.

La vita della batteria tenderà comunque a ridursi in maniera significativa dopo un certo numero di cicli di ricarica: con un moderno notebook è lecito attendersi non meno di 500 cicli. Mantenere la batteria a temperature elevate significa ridurne significativamente la vita così come mantenerla per lungo tempo al 100% o lasciarla scaricare ogni volta del tutto per poi procedere a un ciclo di ricarica completo.
Se si dovessero rilevare evidenti decadimenti, è possibile seguire le indicazioni riportate nell’articolo Come aumentare la durata della batteria del PC per ricalibrare la batteria e aumentarne l’autonomia.
Sintomo di una batteria che ha bisogno di essere ricalibrata è, ad esempio, un PC che si spegne improvvisamente quando ancora Windows indica un’autonomia residua pari al 20%.
Fino a qualche tempo fa Apple raccomandava di scaricare completamente la batteria una volta al mese ma oggi questo suggerimento non viene più reiterato. Anzi, sui MacBook più recenti con batteria integrata, Apple conferma che la procedura di calibrazione non è più necessaria.

Se non si utilizzasse un portatile per lunghi periodi, il consiglio migliore è scaricare la batteria fino al 50%, rimuoverla quindi collocarla in un ambiente fresco e asciutto.

Il calore resta comunque il peggior nemico per le batterie: quando si lavora con il portatile in ufficio sempre collegato alla rete elettrica, l’approccio migliore consiste nel rimuovere la batteria e lasciare collegato solamente il caricatore. In questo modo si eviterà che la batteria venga esposta inutilmente al calore (va detto che alcuni moderni notebook non permettono di rimuovere la batteria: in questi casi il consiglio, ovviamente, non è applicabile).

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti