Fibra ottica a 1 Gbps: la presentazione della rete Open Fiber e delle offerte FTTH Fibra.City

Il giovane ma agguerritissimo operatore di telecomunicazioni Fibra.City presenta le sue offerte di connettività a banda ultralarga su rete FTTH Open Fiber. La copertura è per il momento limitata a 15 città ma l'azienda intende crescere rapidamente, grazie a performance e prezzi mai visti prima. L'evento è stata l'occasione per confrontarsi anche con i responsabili di Open Fiber.

Vi parlavamo proprio ieri degli investimenti che Open Fiber sta destinando sulla copertura in fibra ottica FTTH (Fiber-to-the-Home) a 1 Gbps lungo tutta la Penisola: La fibra Open Fiber 1 Gbps arriva in altre città d’Italia: l’elenco completo.

Nel corso di una presentazione svoltasi quest’oggi a Milano, Fibra.City – uno degli operatori nazionali che vendono i servizi di connettività Open Fiber agli utenti finali (privati e aziende) – ha svelato i suoi piani di abbonamento fibra FTTH già sottoscrivibili in 15 città italiane: Milano, Padova, Venezia, Genova, Perugia, Napoli, Bari, Catania, Palermo, Cagliari, Cesano Boscone (Milano), Cornaredo (Milano), Corsico (Milano), Settimo Milanese (Milano) e Trezzano sul Naviglio (Milano).
Entro ottobre 2018 Fibra.City estenderà la sua copertura nelle città di Torino, Bologna e Firenze.

Un bell’evento di lancio che ha permesso anche di fare il punto sullo stato della connettività FTTH in Italia e ha visto la presenza di uno dei reponsabili Open Fiber.

Lorenzo De Lorenzi, CEO di Fibra.City, ha spiegato che tipo di contributo l’azienda intende offrire al mondo della connettività ultrabroadband in Italia grazie anche a piani tariffari estremamente convenienti e performance di primo livello.
Con Fibra.City la tecnologia FTTH viene portata agli utenti finali, per la prima volta, a costi assolutamente abbordabili: basti pensare che l’offerta base chiamata “Best seller” prevede velocità massima fino a 200 Mbps in downstream, 30 Mbps in upstream, router wireless Mikrotik HAP MINI in comodato d’uso gratuito e attivazione a costo zero a soli 18,99 euro mensili.


La connettività di “taglio” superiore (“Best Seller Giga”) a 1 Gbps in downstream e 300 Mbps in upstream con router wireless NETGEAR AC1600 in comodato d’uso gratuito e attivazione a costo zero viene proposta a 23,99 euro mensili.

Per le imprese e i professionisti, Fibra.City prevede un piano a 29,99 euro mensili + IVA che oltre a quanto offerto nel profilo “Best Seller Giga” mette a disposizione un numero di telefono riservato alle aziende, con accesso preferenziale, per il supporto tecnico e la segnalazione di eventuali difficoltà. Inoltre, Fibra.City garantisce una velocità di attivazione in risposta alla segnalazione del cliente business con un tempo ridotto del 50%.
Il router wireless NETGEAR AC1750 è in questo caso in comodato d’uso gratuito solo versando un anno di canoni di abbonamento anticipati (ovvero 359,88 euro + IVA).
La SLA base (livello di servizio compreso nell’abbonamento; service level agreement) appare già molto valida perché prevede l’intervento tecnico entro 3 giorni lavorativi dal giorno della segnalazione. A ogni utente Fibra.City assegna inoltre un indirizzi IPv6/64.
Fibra.City offre anche pacchetti che comprendono banda minima garantita sia sui pacchetti domestici che aziendali. L’azienda, poi, particolarmente vicina ai videogiocatori e all’ambito gamer in generale, mette a disposizione una serie di servizi, contenuti e strumenti aggiuntivi cuciti espressamente per questa tipologia di utenza, peraltro particolarmente esigente.

Per il momento i pacchetti Fibra.City non comprendono la fonia ma entro fine anno l’azienda conta di presentare i suoi servizi VoIP.

Zero rame: connettività FTTH “tutta fibra”

Le soluzioni di connettività presentate oggi da Fibra.City si basano sull’infrastruttura di rete Open Fiber, interamente realizzata in fibra fino al modem router dell’utente.


Quelle di Fibra.City sono quindi offerte FTTH che possono fregiarsi del bollino “F” così come stabilito da AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: vedere Fibra ottica FTTH, FTTB, FTTC, FWA e ADSL: gli operatori dovranno specificare la tecnologia usata.
L’utilizzo del bollino “F”, che suggerisce l’utilizzo di una rete completamente in fibra, è permesso soltanto a quegli operatori che possono effettivamente fornire una connessione FTTH o, al limite, FTTB (l’infrastruttura in fibra arriva fino alle fondamenta dell’unità immobiliare o dell’edificio dell’abbonato) senza mai ricorrere a cavi in rame.

Domenico Dichiarante, Wholesale Marketing Manager di Open Fiber, presente alla presentazione odierna di Fibra.City, ha spiegato nel dettaglio ciò che sta facendo la sua azienda impegnandosi nella realizzazione della prima rete alternativa in Italia interamente in fibra ottica: è di qualche giorno fa la notizia del completamento della dorsale ZION: Open Fiber presenta la sua dorsale Internet ZION: 200 Gbps per canale e oltre.

Open Fiber – come abbiamo evidenziato in altri nostri articoli – è nata con il preciso obiettivo di colmare il gap infrastrutturale relativo alle connessioni Internet in Italia, divario digitale che si è ampliato nel corso del tempo per motivi storici e politici sia rispetto al quadro europeo che a quello internazionale.


Dichiarante ha ricordato che Open Fiber raggiungerà con la sua fibra FTTH – utilizzando investimenti diretti – circa 19 milioni di unità immobiliari italiane divise in due blocchi (271 città di grandi e medie dimensioni).
Altre 9 milioni di unità immobiliari che saranno anch’esse raggiunte dalla connettività a banda ultralarga sono quelle situate nelle cosiddette aree bianche (cluster C e D) o “a fallimento di mercato”, dove cioè nessun operatore prima d’oggi aveva precedentemente investito (limitandosi nei casi migliori a fornire il servizio ADSL, spesso con prestazioni in downstream e upstream inadeguate aggiungiamo noi).
Una piccola parte delle unità immobiliari appartenenti a questo secondo blocco saranno raggiunte con tecnologia wireless: ciò però avverrà solamente nelle aree rurali del Paese dove insistono case sparse.

Il fine ultimo è anche quello di prevenire il cosiddetto nomadismo digitale ossia evitare che una parte dei cittadini italiani residenti in aree più sfortunate dal punto di vista della connettività disponibile (ma magari splendide per i panorami e per quanto offre il territorio) debbano essere costretti a spostarsi verso zone dove invece la connessione Internet è veloce e affidabile.

Allo stato attuale Open Fiber ha avviato la commercializzazione del servizio (tramite gli operatori di telecomunicazioni partner, come Fibra.City) in 40 città. Tra di esse manca all’appello Roma perché la situazione della Capitale è molto più complessa da gestire: i lavori comunque sono finalmente iniziati anche nella “città eterna”.

I piani di Open Fiber prevedono che entro il 2023 l’intero progetto giunga a conclusione e che quindi le unità immobiliari cui ha fatto riferimento Dichiarante siano raggiunte dall’ultrabroadband. Per giungere all’ambizioso traguardo, Open Fiber sta passando i cavi in fibra ottica cercando, ove possibile, di riutilizzare le infrastrutture già esistenti: cavi elettrici, illuminazione pubblica e acquedotti: un approccio, questo, che permette di minimizzare gli scavi (e quindi i disagi per i cittadini) e, allo stesso tempo, ridurre anche i costi.

È interessante notare come in Europa non esista un’azienda simile a Open Fiber, delle sue dimensioni, capace di effettuare investimenti come quelli necessari per cablare un’intera nazione (6,5 miliardi di euro di cui 3 miliardi sono il risultato dell’attività di project financing), che opera esclusivamente secondo il modello wholesale-only (si occupa della rete e dei servizi ai provider che venderanno poi la connettività) e che ha ricevuto le lodi in sede europea (L’Europa premia gli operatori infrastrutturali puri e le connessioni in fibra FTTH) ispirando altre realtà a livello internazionale come esempio da seguire.

La fibra FTTH su una rete quindi che non presenta alcun elemento in rame permetterà di far compiere al Paese quel salto di qualità da tempo auspicato. Anche perché se oggi è possibile, grazie alla rete Open Fiber, fornire fino a 1 Gbps simmetrico (quindi anche in upstream), in futuro si potrà arrivare a 2,5 Gbps e oltre aggiornando semplicemente la componentistica di rete lasciando inalterato l’accesso fisico (tecnologia future proof). Già oggi Open Fiber fa esplicito riferimento alle seguenti evoluzioni (Rete in fibra ottica Open Fiber sempre più estesa grazie all’accordo con Retelit. Novità anche per gli utenti:
– XG-PON (10 Gbps in downstream/2,5 Gbps in upstream)
– XGS-PON (10 Gbps in downstream/10 Gbps in upstream)
– NG-PON2 (minimo 4×10 Gbps in downstream/2,5 Gbps in upstream)

I tradizionali cavi in rame sono soggetti a interferenze elettromagnetiche, cattivo isolamento e manifestano performance altalenanti nel corso del tempo. La fibra è un dielettrico perfetto che non è soggetto a tali problematiche e le prestazioni non sono influenzate dalla distanza del modem router del cliente, per esempio, dalla centrale o dall’armadio stradale.
Caratteristiche esclusive come quelle dei cavi fibra permettono di redigere contratti più chiari e trasparenti anche in termini di prestazioni. Ecco perché rivenditori come Fibra.City possono permettersi il lusso di stipulare contratti con valori di banda garantita importanti.

Le performance di una rete totalmente in fibra come quella allestita da Open Fiber sono identiche sia per un cliente che risiede nel centro di Milano (città peraltro più coperta in fibra rispetto addirittura a San Francisco) che in un casolare isolato in mezzo alla campagna, in qualunque regione d’Italia.
La qualità del servizio erogato su rete completamente in fibra non dipenderà quindi da Open Fiber e quindi dalla sua rete di accesso bensì dalle modalità con cui i singoli operatori di telecomunicazioni gestiranno le proprie reti di trasporto.
La possibilità di ottenere performance di primo livello sia nelle città più grandi come nelle periferie e nelle aree rurali rappresenta un enorme passo avanti favorendo lo smart working e mettendo nelle mani delle aziende che hanno necessità di trasferire importanti quantitativi di dati tutta la banda necessaria anche in upload (fino a 1 Gbps e oltre).

Dal punto di vista della latenza, Dichiarante ha svelato che una rete tutta nuova come quella di Open Fiber usa sempre e solo gli stessi apparati di networking: essi sono installati e ottimizzati in maniera tale da ridurre al minimo il numero di hop o “punti di passaggio” necessari per raggiungere la destinazione richiesta dall’utente. Dichiarante sostiene che con due soli passaggi si passa dalla sede del cliente al MIX di Milano e ai principali Internet Exchange italiani.

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