Fibra ottica mista rame lenta? Attenzione alle derivazioni

Le derivazioni sul doppino telefonico possono letteralmente affossare le prestazioni di una connessione in fibra mista rame. Come capire se le tratte in questione si trovano in casa o in ufficio e come risolvere il problema.
Fibra ottica mista rame lenta? Attenzione alle derivazioni

Con il termine fibra ottica mista rame si fa comunemente riferimento agli schemi FTTC (Fiber-to-the-Cabinet) e FTTE (Fiber-To-The-Exchange) in cui l’ultima parte della tratta di collegamento verso l’utente finale (abbonato) resta in rame con il servizio di connettività che sull'”ultimo miglio” continua a usare il tradizionale doppino telefonico in rame. Il cavo in fibra, diversamente a quanto avveniva con le “vecchie” ADSL, arriva comunque fino a un armadio stradale (generalmente posto entro i 300 metri dall’unità immobiliare da servire) o a un altro apparato di zona.

Mentre la fibra ottica che arriva fino al router dell’utente finale è contrassegnata con un bollino verde (“F”), le soluzioni di connettività in fibra mista rame devono esporre il bollino giallo (“FR”) così come stabilito da AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Se dopo aver attivato un abbonamento FTTC/FTTE le prestazioni rilevate non fossero quelle attese, in molti casi l’esame dei dati diagnostici restituiti dal modem router in uso possono risultare di grande aiuto.

Nell’articolo Velocità fibra: cosa c’è da sapere abbiamo presentato alcuni dei parametri più importanti quando si parla di fibra mista rame accennando l’importanza dei grafici HLog e QLN (Quiet Line Noise).

Entrambi i grafici possono essere generati a partire dai dati raccolti dai modem durante il normale funzionamento: gli AVM Fritz!Box hanno una funzionalità integrata (accedendo alla sezione Supporto Fritz!Box, cliccando su Crea dati di assistenza, Salvare i dati di assistenza; a questo indirizzo potete trovare tutte le indicazioni) ma in generale è possibile sfruttare il software gratuito DSLstats che non è aggiornato da un po’ ma che è comunque compatibile con una vasta schiera di dispositivi basati su chip Broadcom.

Nel caso in cui il modem in uso non supportasse Broadcom o non permettesse l’accesso via Telnet (spesso deve essere preventivamente attivato o sbloccato…), DSLstats non riuscirà ad acquisire alcun dato. Il suggerimento è quello di cercare in rete la configurazione corretta di DSLstats per quei modem che non sono indicati nel menu a tendina Modem/router model.

Dopo aver fatto clic sul triangolino verde, lasciando DSLstats lavorare, si troveranno i grafici cercati cliccando sulle schede HLog e QLN rilevati comunque durante la fase di inizializzazione.

Significato del grafico QLN: rumore sulla linea e diafonia

Il grafico QLN è quello più semplice da interpretare: esso indica il livello del rumore di fondo rilevato sulla linea ai vari toni: si esprime infatti in dBm/Hz.
Il rumore non è ovviamente unicamente ascrivibile alla presenza di diafonia, fenomeno dovuto all’attività delle coppie in rame limitrofe (altri clienti attivi sull’armadio stradale) che incide negativamente sulle prestazioni.

Valori tra -140 e -120 dBm sono sintomo di una linea ottima, priva di rumore o quasi. Viceversa, valori al di sotto di -100 dBm sono spia di rumore elevato.

Cos’è il grafico HLog e perché aiuta a stimare eventuali problemi sul doppino

Un grafico HLog ideale dovrebbe avere un andamento monotono decrescente ovvero dovrebbe presentarsi come una curva che decresce in modo piuttosto dolce dalle frequenze più basse a quelle più elevate (poste sull’asse delle ascisse). Sull’asse delle ordinate vengono riportati i valori dell’attenuazione del segnale (guadagno negativo).

Fonte: NBN

All’aumentare della frequenza, infatti, la perdita del segnale lungo il cavo tende ad aumentare: da qui l’andamento della curva.

Generalmente la curva è suddivisa in più spezzoni: tre di colore blu (DS1, DS2, DS3) indicano le prestazioni della linea in downstream, due di colore verde (US1, US2) per l’upstream alle varie frequenze.

Fonte: NBN

Deviazioni dall’andamento ideale della curva sono spia di varie tipologie di problematiche.
Un grafico in cui la curva disegna una serie di “ponti” o gobbe in successione è indice della presenza di una o più derivazioni sulla rete secondaria che separa armadio e utenza e/o nell’impianto presente all’interno dell’unità immobiliare.
Se ad esempio in casa o in ufficio si porta il doppino su più prese telefoniche con un collegamento in serie o in parallelo rispetto al punto d’ingresso del cavo nell’edificio (drop) allora possono presentarsi problemi evidenziati appunto nel grafico HLog. Gli spezzoni di doppino che formano le varie derivazioni sono detti stub.

In presenza di derivazioni solitamente si osserva un primo “picco” (bisogna guardare il grafico in negativo, quindi la curva scende in maniera più “violenta”) più accentuato mentre quelli seguenti, all’aumentare della frequenza, sono meno pronunciati.

L’effetto delle derivazioni implicano a livello fisico dei disadattamenti di impedenza che hanno un immediato effetto sul bitrate quindi in ultima analisi sulle prestazioni massime ottenibili. Risolvendo eventuali problemi legati alla presenza di stub nel proprio impianto con ogni probabilità si farà crescere, spesso anche di molto, la larghezza di banda sfruttabile sia in downstream che in upstream.

Con il profilo base 17a che permette teoricamente di toccare i 100 Mbps in downstream e i 50 in upstream, una derivazione di 3 metri contribuisce già a ridurre le performance della connessione; con il profilo 35b (sulla carta fino a 300 Mbps in downstream e 100 in upstream) si scende a 1,5 metri.

Accedendo al log del modem router Fritz!Box si potrebbe trovare il messaggio “sulla linea DSL è stata trovata un’interferenza del segnale dovuta a un cablaggio non corretto. Verificate se ci sono deviazioni o più distribuzioni sulla vostra linea. La deviazione ha una lunghezza di N metri. Questa deviazione provoca una perdita di X Mbps“.
In pratica il Fritz!Box è già in grado di calcolare esso stesso la natura del problema stimando la lunghezza della derivazione e il balzo in avanti in termini di banda disponibile che si potrebbe rilevare sistemando il problema.

Per stimare manualmente la lunghezza della derivazione si può usare la semplice formula seguente: Lstub = (200.000 / f) / 4
dove f è la prima frequenza in kHz in corrispondenza della quale si presenta il picco negativo nel grafico HLog; 200.000 è la velocità di propagazione del segnale su rame in km/s, ottenuta approssimando ai 2/3 la velocità della luce.
Il valore Lstub restituisce la lunghezza della tratta di derivazione: pochi metri suggeriscono che il problema è interno all’unità immobiliare (e risolvibile anche in autonomia); valori più elevati indicano che la problematica risiede sulla rete secondaria esterna. In questo secondo caso si può provare a segnalare il problema all’operatore ipotizzando una linea degradata, soprattutto se si avessero anche problemi di diafonia.
Con lo stesso approccio si possono calcolare le lunghezze dei vari sub nel caso in cui le derivazioni fossero più di una.

I tecnici TIM effettuano una verifica dell’impianto in fase di attivazione della fibra mista rame risolvendo eventuali derivazioni.
Per risolvere autonomamente si può disconnettere il doppino collegato in serie oppure in parallelo partendo dalla scatola di derivazione (drop) con il cavo in ingresso.
A questo punto si può installare una presa telefonica con due porte RJ-11: internamente alla presa a una delle due porte si collegherà il doppino proveniente dalla scatola di derivazione; esternamente vi si collegherà il cavo che va al modem (DSL).
Sulla seconda presa RJ-11, invece, si collegherà internamente il doppino che deve raggiunge un’altra presa telefonica, questa volta utilizzata solo per il collegamento di un telefono ed esternamente il cavo TEL del modem.

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