Google: arriva la multa da 4,34 miliardi di euro per abuso di posizione dominante con Android

Secondo quanto concluso dalla Commissione Europea, Google avrebbe tenuto un comportamento vietato dalla vigente legislazione. L'azienda annuncia battaglia confermando di aver sempre agito in modo cristallino ed anzi di aver favorito la concorrenza e la libertà di scelta da parte degli utenti.

Dopo anni di indagini, la Commissione Europea ha deciso di irrogare una sanzione pari a ben 4,34 miliardi di euro a Google. La “pietra dello scandalo” questa volta è il comportamento tenuto dall’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin sul versante Android.

Secondo le autorità europee Google ha abusato della sua posizione dominante nel mercato dei dispositivi mobili per rafforzare indebitamente il suo business.
In particolare, stando a quanto concluso dalla Commissione, Google avrebbe legato il suo motore di ricerca e il browser Chrome ad Android impedendo ai produttori di device mobili di creare versioni derivate del sistema operativo (“fork”).
Google avrebbe inoltre pagato alcuni produttori e operatori di telecomunicazioni affinché integrassero le app per la ricerca dell’azienda di Mountain View nei loro dispositivi, poi venduti ai clienti finali.

Come spiega la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, Google è a questo punto tenuta a cessare i comportamenti oggetto di contestazione entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento.


Da parte sua, Google si appresta a presentare appello per quella che, in termini economici, è la decisione più penalizzante mai assunta dalla Commissione.
I portavoce di Google rigettano le conclusioni cui sono pervenute le autorità europee e spiegano che il quadro reale sarebbe diametralmente opposto rispetto a quello presentato.
Android ha messo nelle mani degli utenti una maggiore libertà di scelta. Un ecosistema vibrante, continue innovazioni e prezzi più bassi sono i pilastri fondamentali della sana concorrenza“.
La stessa tesi viene ovviamente sostenuta dal CEO Sundar Pichai che ha appena pubblicato un post in cui fa il punto sul passato, il presente e il futuro di Android.

Pichai osserva innanzi tutto che Android non è affatto l’unico player attivo sul mercato e che si scontra direttamente, ogni giorno, con iOS. Inoltre snocciola qualche dato come i 24.000 differenti dispositivi che montano il sistema operativo e che sono stati progettati, realizzati e commercializzati da molteplici aziende diverse.
Una strenua difesa quella di Pichai con cui, neanche troppo velatamente, si accusa la Commissione di non aver soppesato i problemi con la dovuta attenzione.
L’amministratore delegato di Google ricorda che tutti i dispositivi Android prodotti dalle varie aziende possono eseguire, senza limitazioni, le medesime app e che nessun soggetto è obbligato a utilizzare la versione del sistema operativo aggiornata dall’azienda statunitense. Non è vero, insomma, che i produttori non possono creare fork ovvero versioni derivate di Android: Pichai cita un esempio lampante chiamando in causa Amazon.
Amazon, ad esempio, ha creato una sua versione di Android (Fire OS) che preinstalla tra l’altro sui suoi tablet e chiavette Fire.

La sanzione comminata dalla Commissione Europea arriva a circa un anno di distanza dalla multa di 2,24 miliardi che era stata decisa, sempre nei confronti di Google, a proposito della pubblicizzazione del servizio e delle offerte Shopping nel motore di ricerca: Multa da 2,42 miliardi di euro a Google per abuso di posizione dominante.

Il testo completo del nuovo provvedimento è consultabile a questo indirizzo.

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