I flussi dati HDCP già decodificati via software

HDCP è un meccanismo per la protezione dei contenuti pensato per impedire fenomeni di "pirateria digitale".

HDCP è un meccanismo per la protezione dei contenuti pensato per impedire fenomeni di “pirateria digitale”. Il sistema, implementato su connessioni che veicolano segnali audio/video protetti da copyright e sviluppato da Intel, ha suscitato – per anni – l’interesse da parte di ricercatori di tutto il mondo che si sono affannati per metterne a nudo i “segreti”. HDCP viene infatti utilizzate sulle connessioni digitali DVI e HDMI per cifrare i flussi audio-video che “viaggiano” da un dispositivo all’altro (ad esempio, da un decoder, un lettore Blu-Ray, un lettore HD DVD verso un apparecchio televisivo).

Nel 2001, il crittografo olandese Niels Ferguson affermò di aver individuato la “master key” impiegata da HDCP ossia la chiave a partire dalla quale vengono prodotte tutte le altre chiavi private. Il ricercatore non divulgò pubblicamente l’esito delle sue indagini dichiarando di aver segnalato la sua scoperta solamente ai tecnici di Intel.
A distanza di nove anni, a metà settembre scorso (ved. questa notizia), un anonimo ha pubblicato sul servizio online pastebin.com quella che poi Intel ha confermato essere la “master key” di HDCP.
In quell’occasione, Tom Waldrop – portavoce di Intel – aggiunse (ved. questa pagina) che la società avrebbe intentato azioni legali nei confronti di qualunque produttore hardware avesse integrato la “master key” nei propri dispositivi hardware con l’intento di permettere la decodifica di contenuti soggetti a copyright senza pagare alcun diritto di licenza.

Waldrop affermò inoltre che la decodifica via software sarebbe da ritenersi molto più complessa anche se non è detto che lo scenario possa mutare. Ed a quanto pare, a distanza di soli quindici giorni, i ricercatori della Stony Brook University sembrano essere già riusciti nell’intento mettendo a punto uno strumento opensource capace di permettere la decodifica in tempo reale dello scherma crittografico di HDCP.
Rob Johnson e Mikhail Rubnich che hanno materialmente condotto lo studio, hanno mostrato come utilizzando sistemi basati su un Intel Xeon 5140 ed un Intel Core 2 Duo P9600 sia stato possibile decifrare con successo un flusso video HDCP, al ritmo di 181 frame al secondo sulla prima macchina e di 76 frame per secondo sulla seconda. Il “duo” ha stimato che una CPU a 64 bit di taglio elevato dovrebbe essere in grado di decodificare un video 1080p (“Full HD“) a 30 frame per secondo sfruttando due “core” e 1,6 GB di memoria RAM.

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