I giudici francesi stabiliscono che i software non in abbonamento possono essere rivenduti

Il Tribunal de grande instance de Paris dà ragione a un'associazione di consumatori che quattro anni fa aveva intentato una causa contro Valve relativamente alle politiche di licensing applicate su Steam.

La ben nota decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea C-128/2011 ha rivoluzionato il mercato delle licenze software consentendo ad aziende e privati il trasferimento a terzi, dietro il pagamento di un corrispettivo economico, delle licenze regolarmente acquistate. Chi ha acquistato la licenza di un software a tempo indeterminato può insomma rivenderla a terzi, anche attraverso un proprio sito web: Licenza di Windows a prezzo scontato si può: il caso Relicense.

Adesso i giudici di un’alta corte francese (Tribunal de grande instance de Paris) hanno di fatto inferto un notevole colpo a Valve stabilendo che i consumatori europei sono liberi di rivendere giochi elettronici acquistati su Steam, esattamente alla pari dei titoli acquistati in scatola.

Nonostante Valve abbia già dichiarato di voler presentare appello così da far valere le sue tesi, la decisioni dei giudici d’Oltralpe si pone esattamente nel solco della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea risalente al 2012.

I legali di Valve sostenevano infatti che Steam è un servizio in abbonamento mentre in aula è apparso chiaro che i giochi vengano venduti (con la possibilità di usarli senza limiti di tempo) e non come parte di un pacchetto di abbonamento.

I giudici hanno concluso che il divieto di rivendita imposto da Valve è in netto contrasto con le leggi dell’Unione Europea sui beni digitali sfavorendo la “libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione“. Secondo la legislazione vigente, tutti i beni, compreso il software, possono essere rivenduti e utilizzati senza l’autorizzazione del produttore o del venditore originale.

Valve ha tre mesi di tempo per modificare i suoi termini di servizio anche se è probabile che ogni intervento venga ritardato a seguito della presentazione di una richiesta di appello.

La sentenza rappresenta una netta vittoria per il gruppo francese a tutela dei consumatori UFC-Que Choisir che quattro anni fa ha intentato una causa contro Steam accusando la società di aver posto in essere attività lesive dei diritti dei consumatori.

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