Incendio OVH, gravi danni e migliaia di siti web irraggiungibili

Un grave incendio ha interessato almeno due data center di OVH situati a Strasburgo, in Francia. Migliaia di siti e servizi cloud completamente inutilizzabili.

OVH è uno dei provider Internet più famosi a livello mondiale. Fondata nel 1999 a Roubaix, in Francia, l’azienda offre molteplici servizi cloud e di connettività poggiando su un’infrastruttura composta da 30 data center in quattro continenti.

Nella notte tra il 9 e il 10 marzo un grave incendio ha interessato il centro di elaborazione dati SBG2 di Strasburgo interessando parzialmente anche gli edifici limitrofi (quattro delle dodici stanze di SBG1 sono andate anch’esse in fumo). I vigili del fuoco sono immediatamente intervenuti ma l’incendio nel data center SBG2 è apparso subito non domabile a causa della violenza delle fiamme e dell’estensione dell’incidente.
Come misura precauzionale è stato deciso di togliere l’alimentazione elettrica su tutto il sito impattando sull’operatività di tutti i server fisicamente ospitati nei vicini data center SBG1, SBG3 e SBG4.

Così centinaia di migliaia di servizi web e siti sono divenuti irraggiungibili sin dalle prime ore di questa mattina.

Nella dashboard pubblicamente accessibile i tecnici di OVH hanno aggiunto che la società ha subito attivato il piano di Disaster Recovery precedentemente stilato confermando che nelle prossime ore saranno via a via riattivati tutti i servizi erogati nei data center non interessati dal grave incendio.
Visitando questa pagina riassuntiva è possibile conoscere in tempo reale quanti e quali interventi sono in corso di svolgimento nelle strutture di OVH.

Al momento non è dato sapere quale sia stata la causa scatenante dell’incendio: per dare un’idea delle sue proporzioni basti sapere che almeno 100 vigili del fuoco sono stati impegnati nelle operazioni.

Soltanto nei prossimi giorni, quando la situazione sarà stabilizzata, si potrà capire il volume dei dati che sono eventualmente andati persi nell’incidente di oggi. Anche perché le “buone regole” vogliono che i dati – almeno quelli erogati da provider cloud come OVH – siano oggetto di backup periodici in strutture poste in luoghi differenti. Sfruttando la connettività di OVH (20 Terabit/s) il provider dovrebbe aver pianificato un sistema di backup distribuito previa sottoscrizione del servizio da parte della clientela.
Più complesso il problema nel caso dei server dedicati amministrati dagli utenti: in questi casi, in mancanza di un adeguato piano di Disaster Recovery, i dati memorizzati sulle macchine installate nel data center SBG2 potrebbero davvero essere persi per sempre.

Fortunatamente nell’incidente che ha interessato le infrastrutture di OVH non si sono registrati né morti né feriti.

Le foto pubblicate nell’articolo sono state scattate dai vigili del fuoco accorsi sul posto.

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