Intel, parola d'ordine: aumentare l'autonomia

Sul versante Intel, quando si parla dell'acquisto di un sistema portatile, la scelta deve oggi ricadere, necessariamente, su due opzioni: un ultrabook performante, basato su processore Core i3, i5 o i7, che però non garantisce un'autonomia per...

Sul versante Intel, quando si parla dell’acquisto di un sistema portatile, la scelta deve oggi ricadere, necessariamente, su due opzioni: un ultrabook performante, basato su processore Core i3, i5 o i7, che però non garantisce un’autonomia per l’intera giornata lavorativa oppure su una più modesta CPU Atom che, di contro, porta a circa 10 ore la durata della batteria.
A metà del prossimo anno, tuttavia, Intel potrebbe introdurre una terza opzione: la società sino ad oggi guidata da Paul Otellini (Paul Otellini dà l’addio ad Intel: a maggio il saluto finale) ha infatti in programma di lanciare un processore basato sulla nota architettura Ivy Bridge che vanti un TDP dell’ordine dei 10 Watt.
Il TDP (Thermal Design Power) rappresenta un’indicazione del calore (energia) dissipato da un processore che dovrà essere smaltito dal sistema di raffreddamento in modo da mantenere la CPU al di sotto del massimo valore di temperatura consentito.

Al momento, gli Ivy Bridge a voltaggio ultra contenuto che si trovano nei MacBook Air di Apple constano di un TDP di 17 Watt e sebbene Intel metta a disposizione un particolare software che consente di scendere sino a 13 Watt, si pensava che un TDP da 10 Watt fosse ottenibile solo col lancio dell’architettura Haswell. Invece, stando a quanto confermato dagli stessi portavoce di Intel, il nuovo passo in avanti sarà compiuto senza abbandonare l’architettura Ivy Bridge a 22 nanometri.
I responsabili di Intel, comunque, tengono a precisare che si tratterà di una soluzione intermedia, che non sarà commercializzata in un elevato numero di esemplari, un passaggio finale in attesa del lancio delle nuove CPU Haswell.

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