La PEC è per tutti: luci ed ombre sulla partenza

Oggi è il giorno della "posta elettronica certificata" (PEC), lo strumento tutto italiano sul quale il Ministro Brunetta ha voluto investire estendendone l'utilizzo a tutti i cittadini.

Oggi è il giorno della “posta elettronica certificata” (PEC), lo strumento tutto italiano sul quale il Ministro Brunetta ha voluto investire estendendone l’utilizzo a tutti i cittadini.
La PEC mira a dare un messaggio di posta elettronica lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento. Per questo motivo, il Governo ha ritenuto puntare sulla soluzione PEC per snellire e rendere nettamente più rapido il dialogo tra istituzioni, enti pubblici e cittadino.

Il D.L. 185 del 29/11/2008 convertito con legge n.2 del 28/01/2009 ha fissato l’obbligo, per professionisti ed aziende, di dotarsi di un indirizzo PEC personale entro il termine, rispettivamente, di uno e tre anni dalla data di entrata in vigore della normativa. I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato sono tenuti a comunicare quanto prima ai rispettivi ordini e collegi il proprio indirizzo PEC dal momento che la data di scadenza per questo adempimento è stata ormai superata (29 novembre 2009). Le imprese che alla data del 29 novembre 2008 risultavano già costituite, dovranno dotarsi di un indirizzo PEC entro il 29 novembre 2011. Le realtà d’impresa di nuova costituzione, invece, devono indicare il proprio indirizzo PEC già all’atto della domanda di iscrizione al registro delle imprese.

Il D.L. 185 fu oggetto di non poche polemiche sollevate soprattutto dai detrattori della PEC. Una delle principali critiche sollevate alla PEC consiste nel fatto di essere uno strumento italiano che non risulta interoperabile con gli standard utilizzati invece a livello internazionale. L’associazione “Cittadini di Internet” facendo eco ad una denuncia presentata in sede europea, sostenne sin da subito come l’istituzione della PEC italiana, così come legiferata ed attutata, non fosse la migliore soluzione possibile. L’associazione si chiese perché la scelta non fosse ricaduta sull’impiego dei certificati S/MIME, interoperabili con qualunque sistema ed ormai disponibili, da anni, in ambito internazionale.

In sede di conversione del D.L. 185 furono apportate numerose modifiche alla versione iniziale della normativa. Nella sostanza, l’intervento sembra aver rimosso l’obbligatorietà della PEC: l’impresa od il professionista possono servirsi sì di un indirizzo PEC ma anche, in alternativa, di “un analogo indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che certifichino data e ora dell’invio e della ricezione delle comunicazioni e l’integrità del contenuto delle stesse, garantendo l’interoperabilità con analoghi sistemi internazionali” (dal testo della legge, pubblicato sul sito “Normattivaa questo indirizzo). La modifica applicata alla normativa appare quindi configurarsi come un’apertura verso l’impiego, in sostituzione della PEC, di tecniche di firma digitale e di tracciamento della consegna equivalenti e gratuite, già disponibili ed utilizzabili mediante l’uso di account di posta di tipo tradizionale ormai da diversi anni.

Dopo gli accordi sottoscritti tra Governo, INPS ed ACI, l’ente di previdenza e l’Automobile Clud d’Italia già fornivano da qualche tempo un indirizzo PEC, gratuitamente, ai cittadini. Il protocollo d’intesa prevedeva tuttavia alcune limitazioni: gli indirizzi PEC forniti da INPS ed ACI possono essere impiegati solamente per “colloquiare” con la pubblica amministrazione (CEC-PAC) e non, ad esempio, con imprese e privati.

Oggi invece, il Ministro Brunetta ha varato il sito postacertificata.gov.it attraverso il quale ogni cittadino italiano maggiorenne potrà richiedere gratuitamente l’attivazione di un indirizzo PEC. Dopo aver seguito una procedura guidata, il cittadino potrà recarsi per un ufficio postale abilitato ad identificare il soggetto richiedente e concludere l’attivazione della casella PEC mediante la firma dell’apposito modulo di adesione.

La partenza del servizio non è stata però delle migliori. Nel momento della stesura del presente articolo, il sito web postacertificata.gov.it risulta irraggiungibile o è raggiungibile “a singhiozzo” mentre in Rete sono già state pubblicate le prime esperienze di alcuni utenti che, probabilmente per motivi di congestione, non sono riusciti a portare a completamento la procedura di richiesta del proprio indirizzo PEC.

Per la fornitura gratuita di un indirizzo PEC ai cittadini italiani era stata indetta una gara vinta da Poste Italiane, Postecom e Telecom Italia. L’associazione “Cittadini di Internet“, capeggiata dall’Ing. Massimo Penco, aveva aspramente criticato la manovra spiegando come l’operazione sia costata 50 milioni di euro in denaro pubblico.
Nelle scorse settimane è arrivata anche la notizia della contestazione, presso il Tar del Lazio, dell’esito della gara da parte di Lottomatica, Aruba e Fastweb.
Da parte sua, il Ministro Brunetta – che ha oggi personalmente simulato l’iter da seguire per l’attivazione di un indirizzo PEC – si è invece dichiarato soddisfatto, anche per la risposta sinora arrivata dai professionisti.

“Cittadini di Internet” enumera alcuni svantaggi della PEC: questo meccanismo necessita che entrambi i soggetti utilizzino una casella PEC (non vanno bene le normali caselle e-mail), non è interoperabile con altri sistemi e si perde l'”identità” della propria e-mail aziendale (non si potrà usare più, per questo tipo di comunicazioni, la casella attivata sul nome a dominio aziendale). La PEC italiana, inoltre, non può essere usata per corrispondere con altri Paesi, non garantisce il “non ripudio” dei contenuti del messaggio e nemmeno che vi sia del contenuto, non è “portabile”.
La PEC può aggiungere la certificazione del contenuto del messaggio solo se usata in combinazione con un certificato digitale. “Cittadini di Internet”, quindi, insiste nel chiedere perché non si sia preferito puntare sull’impiego del protocollo S/MIME.

Per maggiori informazioni, suggeriamo di consultare questo articolo che avevamo preparato a gennaio 2009.

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