La legge di Moore non è morta. Jim Keller: balzo in avanti in termini di IPC per le CPU Intel

Jim Keller, ingegnere ex AMD e padre dei processori Ryzen, fornisce qualche indiscrezione sulle CPU Intel del futuro. Il valore IPC aumenterà significativamente.

Un pezzo da novanta come Jim Keller non ha certo bisogno di presentazioni. Entrato lo scorso anno nelle fila di Intel dopo aver posto fine dapprima alla storica collaborazione con AMD e poi con Tesla (vedere questi articoli), l’ingegnere padre delle CPU Ryzen ha di nuovo affermato che la legge di Moore non è affatto morta come in molti stanno da tempo sostenendo (questo il nostro articolo del 2016: La legge di Moore è ancora valida? Nature ne celebra la fine).

Keller ha spiegato che per mantenere in vita la legge di Moore, Intel ha storicamente aumentato il numero di transistor usati nei suoi processori. “Le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi“, recita infatti la prima parte di quelle osservazioni che furono enunciate già nel 1965.

“Prendendola un po’ per i capelli”, Keller ha aggiunto che la legge di Moore resterà valida agendo su altri fronti, in particolare sulla potenza single core delle CPU Intel alla quale ci si riferisce usando (anche) il termine IPC (instructions per cycle) ovvero il numero di istruzioni che possono essere eseguite per ciclo di clock.

Durante una conferenza svoltasi presso l’Università della California (è possibile visionarne la registrazione di seguito), Keller ha anticipato che Intel sta lavorando su un core significativamente più grande rispetto ai Sunny Cove, utilizzati negli Ice Lake prodotti con il processo litografico a 10 nm e attualmente attesi sui computer portatili.

Le modifiche apportate hanno a che fare con la finestra di istruzioni con cui lavora il processore così come con l’inserimento di un importante meccanismo per prevedere salti e dati gestiti dalla CPU. Due novità architetturali che secondo Keller permetteranno di ottenere valori in termini di IPC molto più elevati di quelli attuali, molto di più rispetto ai punti di riferimento ai quali la società di Santa Clara ci aveva abituato prima del “ritorno in grande stile” della rivale AMD.
L’ingegnere ex AMD si riferisce al nuovo core come un totale cambiamento di mentalità rispetto a ciò che Intel ha fatto in questo decennio.

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