Le app si eseguono su più OS con speciali contenitori

Google, Microsoft, VMware, Amazon ed altri grandi nomi dell'IT hanno unito le forze con l'intento di promuovere l'Open Container Project.

Google, Microsoft, VMware, Amazon ed altri grandi nomi dell’IT hanno unito le forze con l’intento di promuovere l’Open Container Project.
L’idea è quella di definire una piattaforma condivisa che permetta creare “contenitori” in grado di eseguire le stesse applicazioni, senza la necessità di operare modifiche, da qualunque sistema operativo supportato. Ad esempio nell’ambito dei sistemi Windows così come in ambiente Linux.

L’ottima notizia è che anche Docker e CoreOS, che già propongono soluzioni simili, molto più pratiche e convenienti rispetto all’utilizzo delle tradizionali macchine virtuali, hanno deciso di essere della partita ed anzi sono state prime promotrici del progetto Open Container.

Docker (i cui contenitori sono già oggi direttamente supportati in Windows Server: Windows Server 2016 punta su Nano Server e Hyper-V) ha donato al progetto Open Container il popolare “formato-contenitore” ricevendo il plauso e la disponibilità a collaborare per lo sviluppo da parte di numerosi “big”. Oltre a quelli già citati, hanno aderito Apcera, Cisco, EMC, Fujitsu, Goldman Sachs, HP, Huawei, IBM, Intel, Joyent, Mesosphere, Pivotal, Rancher Labs e Red Hat.

Il funzionamento del contenitore Open Container Project dovrebbe essere completato nel giro di tre mesi con la migrazione del codice di Docker e la pubblicazione delle nuove specifiche. Maggiori informazioni sul sito ufficiale del progetto, a questo indirizzo.

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