Nuova stretta sui cookie da parte della Commissione Europea

La Commissione Europea sarebbe al lavoro su norme più severe a tutela della privacy degli utenti online.

La Commissione Europea sarebbe al lavoro su norme più severe a tutela della privacy degli utenti online. L’azione si svilupperebbe su più livelli e sarebbe tesa a chiedere l’adeguamento di tutti gli stati membri entro il mese di maggio 2018.

Prosegue, innanzi tutto, la guerra ai cookie traccianti. Le prescrizioni della cosiddetta cookie law, tanto vituperata anche in Italia (Cookie law: analisi dei chiarimenti del Garante e Legge sui cookie: arriva anche l’infografica), potrebbero quindi inasprirsi arrivando a bandire completamente l’utilizzo di cookie di terze parti e, di contro, allentando la cinghia sui cookie creati da uno stesso sito web anche per finalità di statistica e analisi del comportamento degli utenti.

Nuova stretta sui cookie da parte della Commissione Europea
Le aziende che si occupano di pubblicità online sono già sul piede di guerra perché la norma – che resterebbe di fatto inapplicabile e quindi inefficace oltre i confini europei – metterebbe in seria difficoltà le società del Vecchio Continente non portando reali benefici agli utenti.

Ancora una volta, poi, potrebbero essere seriamente messi in difficoltà i siti web che di pubblicità vivono. Mentre i siti extra-europei potranno continuare a lavorare senza paletti, in Italia come nelle altre nazioni dell’Unione non si potrebbero più usare circuiti pubblicitari di terze parti che creano cookie sui sistemi dei lettori.

Nella proposta della Commissione Europea si parla anche di battaglia allo spam telefonico avallando soluzioni come il Registro delle Opposizioni italiano e ribadendo che le società impegnate nel telemarketing debbano sempre esporre il loro numero.

I cosiddetti metadati, che chiariscono la natura dei vari contenuti, dovranno essere eliminati se gli utenti non hanno fornito esplicito consenso per il loro riutilizzo. Fatta eccezione per le finalità di fatturazione, le aziende non potranno “riciclare” i metadati per altri scopi.

Il tentativo è anche quello di porre un freno all’utilizzo dei dati degli utenti da parte dei principali client di messaggistica per finalità di business.

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