Occhiali luce blu: servono davvero?

La minaccia rappresentata dalla luce blu prodotta dagli schermi è un falso mito? In parte. Vediamo se è pericolosa per gli occhi e se rende difficoltoso addormentarsi.
Occhiali luce blu: servono davvero?

Se siete soliti trascorrere tante ore davanti allo schermo di un PC vi sarà forse capitato di manifestare emicranie e affaticamento oculare. Di solito questi problemi si presentano a lungo andare e aumentano col trascorrere degli anni.

Probabilmente avrete già sentito parlare della luce blu e di come possa essere causa di notevoli fastidi.
Esaminando lo spettro visibile ovvero quella parte dello spettro elettromagnetico compreso tra il rosso e il violetto nel quale sono compresi tutti i colori percepibili dall’occhio umano, si rileva come i monitor e i display in generale presentino dei picchi sulle lunghezze d’onda poste poco prima del violetto (luce blu) (da 380 a 500 nm).

A seconda delle condizioni di illuminazione e di ciò che irradia e riflette la luce, la stessa luce bianca può apparire di colore molto giallo (caldo) o blu (freddo). Ad esempio la luce proveniente da una lampadina a incandescenza o LED a luce calda è più calda della luce proveniente dal monitor di un computer. Ed è per questo che per ottenere foto più realistiche si utilizza il bilanciamento del bianco.
Il termine temperatura di colore (viene misurata in gradi Kelvin, K) fa riferimento alla specifica tonalità di luce emessa da una sorgente luminosa.

Ciò che percepiamo come luce bianca si sposta lungo una gamma che va generalmente da 2.700K a 7.000K. La luce più calda ha una temperatura di colore più bassa della luce più fredda con il bagliore quasi ardente della lampada a incandescenza (filamento in tungsteno) valutabile in 2.800K e la luce del sole con cielo coperto quantificabile in circa 6.000K.

Sui monitor per PC di solito il bianco viene impostato su una temperatura fredda per cercare di emulare la luce naturale del sole, quindi vicino ai 6.500K. Ciò significa che la luce di un display è naturalmente piuttosto tendente al blu.

La luce blu è davvero fonte di preoccupazione?

In un articolo della American Academy of Opthalmology (AAO) si fa notare che i toni allarmistici sull’esposizione alla luce blu emessa dai dispositivi elettronici sono esagerati. “Non ci sono prove scientifiche che la luce blu dei dispositivi digitali causi danni agli occhi“.

Il disagio che molte persone riscontrano dopo aver guardato gli schermi per molto tempo è per larga parte dovuto al fatto che la maggior parte di noi sbatte meno le palpebre causando affaticamento e secchezza a livello oculare.
La cosiddetta regola del 20-20 è di grande aiuto: ogni 20 minuti di lavoro dinanzi a un monitor bisognerebbe distogliere lo sguardo e osservare per 20 secondi un punto situato a circa 5 metri di distanza dalla posizione in cui ci si trova.

È invece acclarato che la luce blu influenza il ritmo circadiano del corpo ovvero il nostro ciclo naturale di veglia e sonno.
Durante il giorno la luce blu ci sveglia e ci stimola ma protrarre a lungo l’esposizione alla luce blu di sera e fino a tarda notte osservando schermi di PC, smartphone e tablet può rendere più difficile addormentarsi.
Come regola generale non bisognerebbe usare schermi e monitor (o comunque sarebbe utile limitarne al massimo l’utilizzo) 2-3 ore prima di prendere sonno.

Attivare la modalità Luce notturna in Windows e sui dispositivi mobili

L’attivazione della modalità notturna sui dispositivi consente di modificare la temperatura di colore e virare verso valori più bassi riducendo quindi la componente di luce blu. Su alcuni smartphone, a seconda della personalizzazione del sistema operativo utilizzata da ciascun produttore, questa modalità è semplicemente chiamata Lettura.

Come spiegato nell’articolo in cui parliamo delle soluzioni per gli occhi stanchi e affaticati, la modalità “luce notturna” si attiva generalmente a livello di sistema operativo oppure installando un’efficace applicazione alternativa come f.lux disponibile addirittura dal 2009 nella versione per Windows.

In ogni caso dopo l’attivazione della modalità luce notturna i colori dello schermo risultano molto meno bluastri e tendenti marcatamente al giallo/arancione.

Per attivare la modalità in Windows 10 basta digitare Luce notturna nella casella di ricerca quindi fare clic sul pulsante Accendi ora per provarne l’effetto.
Agendo su Livello è possibile indicare quanto più i colori dello schermo devono abbandonare le lunghezze d’onda del blu.
Attivando la pianificazione si può fare in modo che a partire dal tramonto lo schermo del computer cominci a virare verso i colori più caldi. La pianificazione può avvenire in base a un orario ma attivando i servizi di geolocalizzazione si può fare in modo che il sistema operativo sappia esattamente qual è l’ora del tramonto sulla base del periodo dell’anno e del luogo in cui ci si trova.

La stessa operazione può essere richiesta in Windows 11 sempre digitando Luce notturna nella casella di ricerca del sistema operativo.

AAO non suggerisce l’utilizzo di alcun occhiale per bloccare la luce blu durante l’utilizzo di monitor per PC e display: “anche se le persone spesso associano la luce blu ai computer e agli smartphone la più grande fonte di luce blu è proprio il sole. L’esposizione alla luce blu che deriva dagli schermi è molto inferiore a quella della radiazione solare“.
Semmai quindi è proprio un’eccessiva esposizione alla luce ultravioletta del sole che aumenta i rischi di malattie oculari e di patologie molto gravi.

Alcuni studi evidenziano che un’insufficiente esposizione alla luce solare nei bambini potrebbe influenzare negativamente la loro crescita e lo sviluppo della vista. Non prendere abbastanza sole può aumentare il rischio di miopia negli adolescenti e nei giovani adulti. Banale, ma l’esposizione al sole deve quindi avvenire nella giusta misura, senza eccessi e dotandosi delle protezione minime contro i raggi ultravioletti sia a livello di cute che di occhi.

Sebbene molti soggetti affermino di aver tratto giovamento dall’utilizzo di occhiali contro la luce blu va detto, come conferma AAO, che non ci sono prove scientifiche a sostegno.
Se si soffrisse della cosiddetta sindrome da visione al computer e si avessero spesso gli occhi sofferenti e affaticati, allora è possibile valutare di concerto con il medico l’acquisto di occhiali che integrano la protezione dalla luce blu.
Gli occhiali contro la luce blu solitamente montano lenti neutre anche se da qualche tempo gli ottici possono offrire anche lenti graduate.

Attivando la modalità “luce notturna” come indicato in precedenza quando scende il sole la luce blu emessa dal monitor può ridursi del 60-70% mentre gli occhiali anti-luce luce in commercio si fermano mediamente al 50%. Durante il giorno la corretta regolazione dell’illuminazione del monitor, la rimozione dei riflessi, la giusta angolazione visiva sono aspetti fondamentali da considerare, molto più della luce blu.

Gli occhiali anti luce blu Nowave sono prodotti dall’omonima azienda italiana e bloccano il 40% dell’intera luce blu sull’intervallo standard internazionale.
Nowave propone le stesse caratteristiche degli occhiali che si acquistano da un ottico tradizionale a un prezzo fino al 60% ridotto grazie al fatto che non esistono intermediari tra il produttore e il cliente finale.
Per le lenti, inoltre, Nowave utilizza il materiale organico leggero e resistente noto con il nome di CR39 e utilizzato dalla stragrande maggioranza degli ottici italiani.
Alcune aziende online che commercializzano occhiali anti luce blu che montano lenti in policarbonato, materiale che si rivela scadente sia dal punto di vista delle qualità ottiche che delle performance: le lenti si sporcano e si graffiano molto facilmente dopo pochi giorni di utilizzo.

Gunnar è uno dei marchi più affermati per quanto riguarda gli occhiali gaming con protezione per la luce blu.
Questo produttore offre tantissime montature e varie lente tra cui una lente più chiara (meno tendente al giallo vista da un osservatore) che blocca il 35% della luce blu mentre la versione ambra arriva al 65%. Sono occhiali non proprio a buon mercato ma la qualità si paga.

Tra i migliori occhiali contro la luce blu citiamo anche i Prospek che permetton di massimizzare il livello di protezione.

Se qualcuno propone l’acquisto di occhiali che filtrano al 100% la luce blu sta dicendo il falso: prodotti del genere rimuoverebbero completamente la visione del blu e altererebbero la percezione della realtà e del mondo circostante. Inoltre le loro lenti apparirebbero completamente arancioni. La componente di luce blu oltre i 450 nm è definita buona e non dovrebbe essere filtrata.

Infine un’osservazione importante: il tema scuro permette di risparmiare energia e di riposare la vista la sera quando l’ambiente circostante è buio. Attivare il tema scuro in Windows, Chrome, Firefox e negli altri browser è molto semplice ma per alcuni utenti potrebbe essere fonte di disagio, fastidio e mal di testa. Gli astigmatici, ad esempio, non dovrebbero mai usare il tema scuro. Questo per dire che la luce blu potrebbe non essere affatto responsabile di eventuali malesseri mentre bisognerebbe guardare alla luminosità dello schermo, alle condizioni ambientali, all’angolo di visione, alla posizione della fonte di illuminazione, al tema utilizzato, allo stato degli occhi (secchezza).

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