Paola Pisano su TIM e Open Fiber: duplicare infrastrutture non va bene

La Ministra Pisano durante un intervento all'EY Capri Digital Summit auspica un accordo tra TIM e Open Fiber per non creare due reti. Priorità la banda ultralarga anche nelle cosiddette aree bianche (cluster C e D).

La ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano auspica la realizzazione di una rete unica che possa combinare le infrastrutture di TIM e quelle di Open Fiber.
Si sa che TIM e Open Fiber stanno portando innanzi le discussioni su un’intesa che appare oggi molto più vicina di quanto non lo fosse nel recente passato: TIM e Open Fiber: sulla rete c’è un accordo in vista?.

Oltre alla Pisano anche il professor Maurizio Dècina ha evidenziato i vantaggi per entrambe le aziende e per la collettività che deriverebbero da scorporo e fusione (TIM e Open Fiber a confronto: scorporo e fusione convenienti per tutti) mentre il presidente di AGCOM Angelo Cardani si era spinto sugli aspetti legati alla governance: Fusione delle reti TIM e Open Fiber: per Cardani il controllo non dev’essere dell’ex monopolista.

Durante un intervento reso il secondo giorno dello EY Capri Digital Summit, la Pisano ha fatto presente che duplicare le reti non è mai buona cosa dal punto di vista economico e che la priorità è quella di portare la banda ultralarga nelle aree soggette al problema del digital divide. Saranno i soggetti privati a trovare gli accordi e lo scenario della rete unica non è comunque esente da problemi ma la fusione delle infrastrutture di TIM e Open Fiber viene considerata non differibile.

Non è solo un problema di infrastrutture ma di penetrazione dei nostri servizi digitali“, ha aggiunto la Pisano ricordano che il 68% dei servizi complessivamente messi a disposizione in Italia è già digitalizzato ma che essi vengono utilizzati solamente nella misura del 20%.

Nel frattempo, la ministra è al lavoro per “definire i macro trend sui quali l’Italia deve creare la sua politica industriale e di innovazione“. Si tratta di aspetti fondamentali, “treni” che non si possono lasciare partire perché il nostro Paese può certamente rivestire la parte del leone sul versante dell’Internet delle Cose, della robotica, dell’automotive, della gestione dei big data.

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