Processori AMD Threadripper: l'affascinante storia che ha portato alla loro realizzazione

Come sono nati i processori AMD Threadripper: da appassionati per appassionati. I responsabili descrivono Threadripper come un progetto nato sotto la spinta e la libera iniziativa di alcuni ingegneri della società di Sunnyvale.

AMD è tornata sul mercato dei processori lanciando la sfida a Intel a tuttotondo. Con le CPU EPYC, la casa di Sunnyvale ha annunciato il suo “rientro in grande stile” anche nel mercato server, ormai da tempo immemorabile feudo esclusivo di Intel: Processori Epyc, AMD difende la scelta di usare un design multichip e AMD aggredisce il mercato server con i nuovi processori Epyc 7000.


I processori Threadripper rappresentano però lo stadio intermedio fra i Ryzen e gli EPYC, prodotti che offrono a un target di utenza composto prevalentemente da “appassionati” le migliori caratteristiche delle CPU EPYC.

Presentati ad agosto (Lancio dei processori Ryzen Threadripper: caratteristiche confrontate con gli Intel Core), la realizzazione dei Threadripper non erano nei piani di AMD che infatti nel 2015 prevedevano solamente Ryzen ed EPYC. Può sempre sorprendente, ma tant’è.

I processori Threadripper sono frutto di quella “voglia di cambiamento” che in AMD è iniziata nel 2014 con l’annuncio dell’arrivo dell’architettura Zen.
Sarah Youngbauer, responsabile delle comunicazioni AMD, ha rivelato che i Threadripper sono nati sotto la spinta di alcuni ingegneri dell’azienda che hanno voluto progettare la CPU dei loro desideri, da entusiasti per gli entusiasti.

La Youngbauer sostiene addirittura che i Threadripper sarebbero nati nel “tempo libero” che gli ingegneri divenuti poi responsabili del progetto avevano a loro disposizione.

James Prior, oggi senior product Manager, spiega che il suo team – che lavorò indipendentemente al progetto Threadripper nella fase embrionale – si accorse subito della differenza prestazionale tra CPU Ryzen ed EPYC e volle aggiungere un tassello intermedio.
L’idea dei Threadripper venne illustrata al general manager di AMD Jim Anderson quando Prior salì sul suo stesso taxi per dirigersi alla volta del Computex 2016 di Taipei.


L’idea fu subito apprezzata e Anderson dette il suo “via libera” per proseguire nel progetto.
Ed il bello è che fino a maggio 2017 nessuno sapeva dell’esistenza di Threadripper all’infuori del personale AMD e addirittura ad agosto 2017 i processori sono stati lanciati sul mercato.
Si tratta, come sottolineano i vertici dell’azienda, di un segno evidente della nuova AMD, azienda divenuta estremamente dinamica e molto più innovativa che in passato, grazie anche alla forte motivazione dei suoi ingegneri.

Prior spiega che lui e i suoi colleghi valutarono l’utilizzo di un die di più grandi dimensioni per Threadripper ma tale scelta avrebbe rallentato lo sviluppo dei processori di almeno un biennio. Si è quindi optato per la prosecuzione con l’attuale soluzione che ha permesso un notevole risparmio in termini di costi (che ovviamente si traduce nella possibilità di aggredire il mercato).

Per 1.000 dollari ci si può infatti oggi aggiudicare una CPU (si pensi a Ryzen Threadripper 1950X) che nella maggior parte dei test risulta equivalente o superiore al più potente processore Intel per sistemi desktop, il Core i9-7900X.

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