Secunia: pochissimi i sistemi esenti da vulnerabilità

Dopo il rilascio della versione definitiva di Personal Software Inspector (PSI), il software gratuito che la società danese Secunia propone per controllare l'avvenuta applicazione di tutte le patch di sicurezza sul proprio personal computer pu...
Secunia: pochissimi i sistemi esenti da vulnerabilità

Dopo il rilascio della versione definitiva di Personal Software Inspector (PSI), il software gratuito che la società danese Secunia propone per controllare l’avvenuta applicazione di tutte le patch di sicurezza sul proprio personal computer pubblica un primo bilancio.
La nuova versione dello strumento sarebbe stata installata, dal momento del suo rilascio, su più di 120.000 sistemi Windows. Stando ai dati raccolti dalla software house da anni attiva nel campo della sicurezza informatica, durante le analisi operate attraverso l’utilizzo di PSI, meno del 2% dei sistemi Windows oggetto di scansione sarebbe risultato completamente esente da vulnerabilità. Sul 30% dei personal computer analizzati, invece, verrebbero impiegati da uno a cinque programmi insicuri; sul 25% dei sistemi da 6 a 10 software potenzialmente vulnerabili ed addirittura sul 45,8% oltre 11 programmi non aggiornati.

L’applicazione delle versioni più aggiornate dei vari software utilizzati sul personal computer è la chiave di volta per non incorrere in problemi di sicurezza. Gran parte degli attacchi che vengono quotidianamente sferrati possono andare a buon fine proprio a causa della mancata applicazione delle necessarie patch di sicurezza sul sistema in uso.

I software che si utilizzano per comunicare in Rete (browser, client e-mail, software per la messaggistica istantanea,…) sono quelli maggiormente bersagliati. E’ comunque opportuno ricordarsi di mantenere aggiornati, ad esempio, anche i vari programmi utilizzati per la gestione dei file nei differenti formati (la suite per l’ufficio, il gestore di documenti PDF, il programma di grafica, l’utility per l’apertura dei file compressi e così via). Trovandosi ad aprire un file “maligno”, opportunamente modificato dall’aggressore per sfruttare una vulnerabilità software conosciuta, è possibile che il proprio sistema venga infettato o che vengano sottratti dati personali.

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