Xiaomi utilizzerà i chip Light per inserire un gran numero di fotocamere nei suoi smartphone

Light progetta e realizza soluzioni di computational imaging: esse consentono di predisporre sistemi fotografici composti da un elevato numero di sensori.

Light è un’azienda specializzata nella realizzazione di sistemi per l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini usando sistemi computazionali in luogo dei tradizionali processi ottici.
La società, che conta tra i suoi principali sostenitori anche Leica e SoftBank, è esperta nella creazione di sistemi fotografici composti da un array composto da molte fotocamere.

HMD Global si era appoggiata alle soluzioni Light (la tecnologia utilizzata è descritta a questo indirizzo) per il suo Nokia 9 PureView in modo da integrarvi cinque fotocamere.

Durante il Mobile World Congress di Barcellona, Xiaomi e Light hanno annunciato l’avvio di un’importante collaborazione che ha come obiettivo quello di inserire anche decine di sensori nel medesimo dispositivo.

Light ha progettato e realizza un chip ASIC capace di controllare in maniera indipendente tutti i sensori così da regolarne la messa a fuoco, adeguare i livelli di esposizione, calcolare il bilanciamento del bianco e via dicendo. Dopo che i vari moduli acquisiscono l’immagine, il chip ASIC provvede a unire le informazioni provenienti da ciascun sensore producendo un’immagine RAW contenente i dati sui colori, le luci e le ombre. Conclusa questa fase, l’immagine RAW viene trasferita per ulteriori elaborazioni e ottimizzazioni a un processore applicativo, utilizzando due trasmettitori MIPI.

Il chip messo a punto da Light – battezzato nel suo complesso Lux Capacitor – già ora può lavorare con array composti da 6, 12 o 18 sensori ma è possibile spingersi fino a 30.

Non è dato sapere quanto verrà proposto sul mercato il primo prodotto a marchio Xiaomi dotato della tecnologia Light ma le due aziende assicurano che il risultato sarà paragonabile a quello di una fotocamera DSLR (Digital single-lens reflex) convenzionale.

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