Audacity 4 sta arrivando: novità, restyling e funzioni segrete per l'editing audio

Audacity, sviluppato dal 1999 come software open source, è diventato un editor audio di riferimento grazie a registrazioni, effetti integrati e supporto plugin. Il nuovo Audacity 4 punta a un’interfaccia moderna e maggiore flessibilità architetturale, senza diventare una DAW completa. La release finale è prevista per il 2026.
Audacity 4 sta arrivando: novità, restyling e funzioni segrete per l'editing audio

Nato nel 1999 come progetto open source in ambito accademico per opera di Dominic Mazzoni e Roger Dannenberg (Carnegie Mellon University, Pittsburgh, USA), Audacity è un software di editing audio che ha rivoluzionato il modo con cui professionisti e appassionati registrano, tagliano e mixano suoni digitali. Nel tempo è passato da semplice strumento gratuito a piattaforma evoluta.

L’obiettivo era semplice ma ambizioso: creare un editor audio accessibile, modulare e aperto, che permettesse a chiunque di manipolare suoni digitali senza ricorrere a costosi software proprietari.

Negli anni 2000, Audacity è diventato un punto di riferimento nel mondo dell’audio digitale grazie a:

  • la possibilità di registrare da microfono o da qualsiasi ingresso audio;
  • un’ampia gamma di effetti integrati (eco, compressione, equalizzazione, normalizzazione, ecc.);
  • il supporto ai plugin LADSPA, VST e Nyquist;
  • il formato di progetto .aup e il rendering in WAV, MP3, FLAC, OGG e altri formati.

Per oltre un decennio lo sviluppo è stato portato avanti da una comunità di volontari: prima su SourceForge e poi su GitHub.

I rebrand sono spesso accolti con scetticismo, soprattutto quando riguardano software storici e amati da una comunità di utenti affezionati. Non fa eccezione Audacity, che di recente ha svelato il suo nuovo logo. Le reazioni della rete non si sono fatte attendere: critiche sul design dell’icona e sul suo aspetto, definito da alcuni come confuso e poco riuscito, hanno dominato i commenti.

Alcuni lo hanno paragonato a un’icona di Apple Music “calpestata”, altri trovano somiglianze con uno spermatozoo. Se si riesce ad andare oltre il logo, Audacity 4 sembra davvero un software che saprà accogliere il favore degli utenti (ne parliamo più avanti).

Gli sviluppatori hanno infatti concentrato i loro sforzi sui problemi di lunga data, semplificando l’interazione e migliorando strumenti essenziali per il montaggio audio.

Interfaccia Audacity 4

Evoluzione tecnologica e interfaccia

Per molto tempo Audacity, scaricabile da qui nell’ultima versione disponibile (sono disponibili anche release “portabili”, senza installazione), ha mantenuto un aspetto grafico essenziale, quasi immutato, che lo ha reso funzionale ma anche datato rispetto alle interfacce grafiche moderne. Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati introdotti miglioramenti significativi.

L’interfaccia utente è diventata più moderna e reattiva; si registra inoltre il supporto nativo per plugin VST3 e librerie LV2; un nuovo motore audio a latenza ridotta; la gestione semplificata di formati multitraccia; l’integrazione con sistemi di aggiornamento automatico e backup dei progetti.

Oggi Audacity è parte integrante del panorama dei Digital Audio Workstation (DAW) open source, anche se resta più un editor che una DAW completa come Ardour, Cubase o Reaper.

Le polemiche: privacy, licenze e governance

Negli anni recenti Audacity ha suscitato forti polemiche legate a cambiamenti nella sua governance e nelle politiche di raccolta dati.

Nel 2021 il progetto fu acquisito da Muse Group, la stessa società che gestisce MuseScore e Ultimate Guitar. L’operazione suscitò reazioni contrastanti nella comunità open, soprattutto dopo che Muse annunciò modifiche alla privacy policy prevedendo la raccolta di dati diagnostici e tecnici anonimi; la possibilità di condividere informazioni con autorità o partner in caso di “richieste legali”; l’introduzione di un sistema di aggiornamento con telemetria opzionale.

Molti utenti e sviluppatori hanno interpretato queste scelte come una violazione dello spirito open source e una potenziale minaccia alla privacy, portando alla nascita di fork alternativi come Tenacity e Audacium, che miravano a mantenere una versione più “pura” e priva di telemetria.

Muse, di fronte alle critiche, ha poi rivisto le proprie politiche, chiarendo che la raccolta di dati sarebbe stata completamente opzionale e che nessuna informazione personale o identificabile sarebbe stata condivisa.

Oggi Audacity continua a essere open source sotto licenza GPLv3, sviluppato con il supporto della comunità e di Muse. Le versioni più recenti dell’applicazione integrano caratteristiche che la rendono più vicina a una DAW leggera:

  • editing non distruttivo, con la possibilità di annullare modifiche anche dopo il salvataggio;
  • strumenti di mastering e analisi del segnale potenziati;
  • integrazione con servizi cloud e plugin AI, per esempio per la rimozione automatica del rumore o la separazione di voci e strumenti;
  • nuova GUI basata su framework Qt, più moderna e personalizzabile.

Audacity 4.0: analisi tecnica di una riprogettazione totale

Martin Keary, vicepresidente del prodotto di Muse, racconta in un video di quasi un’ora che contrariamente alle recenti narrazioni diffusesi online, Audacity 4 non si sta trasformando in una DAW. Il termine DAW è oggi spesso associato a strumenti completi di creazione e produzione musicale, caratteristiche che Audacity 4 non possiede mancando, ad esempio, il supporto MIDI e gli strumenti virtuali.

Il piano quinquennale stabilito da Muse mira a migliorare la User Experience (UX) per le attività di editing più comuni, trasformare l’applicazione in un fantastico strumento moderno di produzione audio, servendo il pubblico esistente e aprendo possibilità per nuove audience, posticipando le funzionalità musicali più complesse a una fase successiva.

Keary ammette che la sfida più critica e profonda affrontata dal team di sviluppo è stata l’enorme debito tecnico accumulatosi col tempo. Toccare una singola funzionalità rischiava di rompere altre parti apparentemente non correlate.

La migrazione del framework (da WX Widgets a Cute)

Un ostacolo tecnico significativo consisteva nel framework di sviluppo utilizzato, WX Widgets, che imponeva serie limitazioni per la creazione di un’interfaccia moderna. Con WX Widgets, le modifiche all’interfaccia utente richiedevano una quantità di tempo sproporzionata e forzavano compromessi su elementi critici come animazioni, trasparenza, theming, ombre e anti-aliasing. Inoltre, l’interfaccia risultava spesso sfocata o “pixelata” su schermi ad alta risoluzione.

La problematica più grave di WX Widgets riguardava la sua scarsa uniformità cross-platform. Mentre Cute garantisce che l’interfaccia appaia in modo coerente su tutti i sistemi operativi, con WX Widgets sono comuni evidenti difformità tra Windows, macOS e Linux. Così, si è deciso di migrare a Cute, nonostante Keary spieghi che si tratti di un passaggio delicato, che richiede un impegno davvero importante.

Latenza audio e motore di riproduzione

L’ultimo problema tecnico cruciale era la latenza audio imprevedibile di Audacity, rendendo complesse e fastidiose le registrazioni sincronizzate (es. cantare su una traccia di accompagnamento).

Per risolvere questo problema, erano necessari un nuovo Audio IO e un motore audio completamente rivisto. A causa della vastità del debito tecnico e della migrazione a Cute, queste integrazioni non sono state incluse nel rilascio iniziale di Audacity 4, che userà ancora il motore di riproduzione di Audacity 3. Il sistema di riproduzione moderno (il nuovo motore audio) sarà implementato gradualmente dopo la versione 4, culminando probabilmente in Audacity 5.

Le principali tappe della graduale evoluzione di Audacity

Per gestire una revisione di tale portata, si è adottato un approccio di evoluzione graduale anziché orientarsi su una singola grande release “rivoluzionaria”. Alcune modifiche sono apparse nella varie sottoversioni di Audacity 3.

Audacity 3.0, ad esempio, ha introdotto gli aggiornamenti automatici e rimosso modalità poco chiare; ha inoltre aggiunto il sistema a clip non distruttivi che consente trim e untrim senza perdere dati audio. La versione 3.2 ha portato gli effetti in tempo reale, il supporto VST3 e il consolidamento dell’interfaccia per volume e input/output.

Audacity 3.4 ha introdotto beat snapping, time signature e il time stretching basato sull’algoritmo open source Stafpad, mentre la 3.6 ha aggiunto il Master Channel per effetti globali e integrazione con Intel OpenVINO per il supporto dell’AI locale.

Con Audacity 4, l’attenzione si sposta su UX e flessibilità architetturale: interfaccia altamente personalizzabile, workspace iniziali che configurano il layout, il sistema di gestione delle clip audio riscritto con supporto multi-select e looping indipendente, la sostituzione del Sync Lock con raggruppamento manuale e ripple editing, quasi totale eliminazione delle modalità obsolete a favore dello Split Tool per divisioni rapide.

Il rilascio della versione Alpha di Audacity 4 è prevista per novembre 2025, mentre la pubblicazione della release definitiva per il 2026. Quest’ultima includerà porting di spettrogramma, macro, tracce etichette ed effetti nativi.

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