In Europa, la proposta di legge danese nota come Chat Control è tornata prepotentemente al centro del dibattito politico e giuridico, sollevando seri interrogativi sui limiti tra sicurezza e tutela della privacy degli utenti digitali. Secondo un recente documento firmato dall’EU Council Legal Service (fornisce consulenza giuridica agli organi del Consiglio, assicurandosi che le proposte e le decisioni rispettino il diritto europeo e i trattati, garantendo così la legittimità e la correttezza delle azioni) la versione attuale della proposta continua a violare i diritti fondamentali dei cittadini europei.
Origine e obiettivi di Chat Control: scansione automatica di messaggi ed email personali di oltre 450 milioni di cittadini
La proposta, inizialmente presentata a maggio 2022, nasce con l’obiettivo dichiarato di contrastare la diffusione di contenuti di abuso sessuale su minori (CSAM – Child Sexual Abuse Material) attraverso la scansione obbligatoria di tutte le comunicazioni digitali, incluse quelle cifrate. La finalità è di intercettare e bloccare tempestivamente la circolazione di materiale illecito nelle chat e nelle piattaforme di messaggistica.
Tuttavia, fin dall’inizio, Chat Control ha incontrato forti opposizioni da parte degli attivisti per i diritti digitali, degli esperti di sicurezza informatica e di diversi politici europei. Le principali critiche riguardano:
- Violazione della privacy: La scansione indiscriminata dei messaggi privati rappresenta un attacco diretto alla riservatezza delle comunicazioni.
- Rischio per la crittografia end-to-end: Il sistema di cifratura utilizzato da app come WhatsApp, Signal e Proton Mail garantisce che solo mittente e destinatario possano leggere i messaggi. L’obbligo di scannerizzare i contenuti comprometterebbe questo meccanismo di sicurezza.
- Mancanza di efficacia e affidabilità: Il controllo di massa, specie se effettuato tramite “client-side scanning“, può generare falsi positivi e non garantisce un’efficace individuazione del materiale illecito.
- Esclusione di account governativi e militari: La proposta danese prevede un’esenzione per questi utenti, sollevando ulteriori dubbi sull’equità e la coerenza della legge.
Evoluzioni e proposte alternative
A più riprese, Chat Control è parsa ripetutamente sul viale del tramonto. Di fronte alle pressioni, alcuni Paesi hanno tentato di mediare:
Belgio (giugno 2024): ha proposto un compromesso più limitato alla scansione solo di foto, video e URL condivisi, con il consenso esplicito degli utenti.
Polonia (febbraio 2025): ha suggerito di rendere la scansione volontaria e focalizzata sulla prevenzione piuttosto che sull’obbligo.
Tuttavia, il testo danese (il 1° luglio 2025 la Danimarca ha assunto la Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea) rimane il più restrittivo e invasivo finora, sostenuto da Paesi come Italia, Spagna, Ungheria e in parte dalla Francia.
Il parere del servizio legale del Consiglio UE
Patrick Breyer, ex eurodeputato da sempre voce critica nei confronti di Chat Control, fa riferimento al documento sfuggito alle maglie dell’EU Council Legal Service.
Il parere autorevole fornito dai legali del Consiglio europeo mette in evidenza come la proposta, nella sua forma attuale, persista nel violare i diritti fondamentali degli europei, in particolare per quanto riguarda l’accesso indiscriminato ai contenuti delle comunicazioni private. Il rischio di una sorveglianza di massa e la compromissione delle garanzie legali rappresentano “problemi fondamentali” non ancora risolti.
Prospettive e tempistiche
Con il ritorno della proposta alla ribalta in occasione della presidenza danese dell’UE, si prevede una possibile approvazione già entro il 14 ottobre 2025. Entro il 12 settembre, gli Stati membri dovranno completare le proprie valutazioni, mentre la pressione politica in Parlamento sembra orientata a non prorogare ulteriormente il regime provvisorio di scansione volontaria.
Parallelamente, la Commissione Europea ha lanciato a giugno 2025 la strategia ProtectEU, che punta a permettere alle Autorità di polizia di accedere e decrittare dati cifrati entro il 2030, confermando la volontà politica di superare le attuali protezioni della privacy digitale.
Nasce il progetto Fight Chat Control: scrivete ai rappresentanti europei!
Fight Chat Control è un sito Web che si oppone alla proposta legislativa europea Chat Control, contestando l’introduzione di un controllo massivo e automatico di tutte le comunicazioni digitali private degli utenti UE, inclusi messaggi, foto e file, anche quelli crittografati (come le chat WhatsApp o Signal). Un’iniziativa mai posta in essere neppure da parte dei regimi più oppressivi su scala mondiale.
Il sito spiega i rischi della proposta, sottolineando come violi i diritti fondamentali sulla privacy e sulla protezione dei dati personali garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione.
Ogni cittadino, attraverso Fight Chat Control, può contattare facilmente gli eurodeputati italiani (basta cliccare su Take Action) per esprimere la propria opposizione a questa forma di sorveglianza di massa. Il messaggio precompilato (ma personalizzabile) può essere automaticamente inviato tramite email ai parlamentari, esprimendo preoccupazioni e chiedendo di votare contro la sorveglianza indiscriminata e per la tutela della crittografia.
Note finali
Se non fosse ancora sufficientemente chiaro, la proposta Chat Control obbligherebbe i fornitori di app di messaggistica e servizi email ad attivare forme di “client-side scanning“, ovvero l’analisi dei contenuti (messaggi, immagini, video) sul dispositivo dell’utente, ad esempio sullo smartphone o computer, prima che siano crittografati e inviati o subito dopo che sono ricevuti.
L’idea è che il controllo avvenga localmente, tramite un software o modulo integrato nel client (app di messaggistica, sistema operativo, ecc.). Il meccanismo è pensato per superare il problema delle comunicazioni end-to-end criptate, che altrimenti impediscono ai provider o alle Autorità di vedere il contenuto dei messaggi.
In molti hanno contestato il fatto che Chat Control sia di fatto un regalo alle lobby dell’AI, perché il “client-side scanning” si basa proprio sull’intelligenza artificiale per esaminare il contenuto dei messaggi e, in particolare, foto e video. Con il rischio di potenziali falsi positivi che resta massimo.
Su quale base un funzionario europeo dovrebbe avere accesso alle nostre foto personali e verificarne il contenuto su segnalazione di un algoritmo AI?
Il ruolo dei Garanti privacy europei
I Garanti privacy in Europa hanno il compito di tutelare i diritti fondamentali alla riservatezza e protezione dei dati. Possono intervenire, generalmente lo fanno su segnalazione, verificando la legittimità delle tecnologie di scansione usate da aziende o governi, accertando se rispettano i principi del GDPR (limitazione della finalità, minimizzazione dei dati, trasparenza).
Le Autorità garanti per la protezione dei dati personali rivelano eventuali piani di illegittimità, ad esempio la raccolta massiva di dati senza basi giuridiche o senza garanzie adeguate; impongono sanzioni e ordini di cessazione in caso di violazioni.
Tuttavia, il loro intervento può essere complesso quando la scansione è giustificata da motivi di sicurezza nazionale o antimafia, ambiti in cui spesso vigono regimi normativi particolari e segreti.
Nel caso di Chat Control, tuttavia, le motivazioni appaiono deboli e ampiamente opinabili: perché introdurre un controllo massivo sull’intera platea dei cittadini europei, la stragrande maggioranza dei quali scambia informazioni legittime, strettamente personali e non è mai stato oggetto di provvedimenti giudiziari o di indagini di polizia?