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Da qualche giorno la community degli appassionati di tecnologia è stata scossa da una notizia: la celebre Standard Voice di ChatGPT sta per essere definitivamente rimossa.
A partire dal 9 settembre, infatti, OpenAI sostituirà la voce che ha accompagnato milioni di utenti con la nuova Advanced Voice Mode, aprendo una nuova fase per l’esperienza utente e suscitando reazioni contrastanti tra gli affezionati della piattaforma.
“La Standard Voice era come una vecchia amica, con quel timbro familiare che ti faceva sentire a tuo agio. Ora dobbiamo tutti abituarci a un nuovo modo di conversare con l’Intelligenza Artificiale”, scrive un utente deluso sul forum ufficiale di OpenAI. Un commento che riflette il sentimento diffuso di chi aveva trovato nella voce sintetica originale una presenza rassicurante, capace di creare un vero e proprio legame emotivo con il sistema.
La Standard Voice ha rappresentato, fin dal suo debutto nel 2023, una delle componenti più riconoscibili di ChatGPT. Il suo funzionamento era lineare: l’utente parlava, il sistema trascriveva, il motore GPT elaborava la risposta e la restituiva attraverso una voce sintetica progettata per risultare naturale e calda. Questa semplicità, unita a una tonalità accogliente, aveva permesso a molti di superare la diffidenza iniziale verso l’interazione vocale con una macchina, trasformando la voce in una sorta di “firma sonora” della piattaforma.
Standard Voice era diventata un segno distintivo di ChatGPT
Con l’arrivo dell’Advanced Voice Mode, OpenAI punta ora a una svolta tecnologica che promette un salto di qualità sotto diversi aspetti. Il nuovo sistema offre risposte ancora più rapide e una modulazione dinamica del tono, in grado di adattarsi al contesto della conversazione. Secondo gli sviluppatori, questa innovazione dovrebbe rendere il dialogo con ChatGPT più fluido e realistico, riducendo i tempi di attesa e favorendo una maggiore interattività.
Nonostante i vantaggi tecnici, la decisione di abbandonare la Standard Voice ha diviso la community. Da una parte ci sono gli utenti che lamentano la perdita di quella “umanità digitale” che aveva reso unica la precedente voce sintetica. Molti segnalano che la nuova modalità, pur essendo più veloce, risulta meno empatica e tende a semplificare eccessivamente le risposte, sacrificando la profondità delle conversazioni a favore dell’efficienza. “L’Advanced Voice Mode è impressionante dal punto di vista tecnologico, ma sento la mancanza di un dialogo più ricco e coinvolgente”, si legge tra i commenti più votati.
Dall’altra parte, però, non mancano i sostenitori del cambiamento, che vedono nell’Advanced Voice Mode una naturale evoluzione dell’esperienza utente. Questi utenti apprezzano la maggiore reattività, la capacità di adattare il tono in tempo reale e la sensazione di parlare con un assistente sempre più vicino al modo di comunicare umano. Secondo alcuni, l’abbandono della vecchia voce rappresenta un passo necessario per mantenere ChatGPT al passo con i più avanzati standard dell’AI.
Consapevole delle critiche, OpenAI ha già annunciato che continuerà a perfezionare la nuova voce sintetica, raccogliendo feedback e lavorando per restituire agli utenti parte di quella familiarità che molti rimpiangono. Il dibattito interno alla community non è nuovo: basti pensare al caso del modello GPT 4o, che era stato temporaneamente rimosso e poi reintrodotto proprio grazie alle richieste insistenti degli utenti.