ChatGPT è pericolosa: Samsung vieta l'AI ai suoi dipendenti

Dopo un utilizzo improprio da parte di alcuni dipendenti, che avevano condiviso con il chatbot informazioni confidenziali, Samsung ha deciso di vietare l'accesso sia a ChatGPT che a strumenti analoghi che fanno uso di intelligenza artificiale.

Samsung ha deciso di vietare l’accesso a ChatGPT e strumenti analoghi ai suoi dipendenti, dopo che alcuni di essi hanno inserito delle informazioni riservate in una conversazione col chatbot. Queste sono poi state ricondivise dall’intelligenza artificiale, come risposta a conversazioni avanzate avvenute con altri utenti.

Come riportato da Bloomberg, il divieto da parte dell’azienda è in vigore proprio da oggi: i dipendenti, allo scopo di velocizzare le loro attività, non potranno più utilizzare sul luogo di lavoro strumenti che fanno uso di intelligenza artificiale. Si tratta a tutti gli effetti di una diretta conseguenza all’inserimento di codice sorgente confidenziale, da parte di alcuni impiegati, sul noto servizio ideato, sviluppato e costantemente aggiornato da OpenAI.

Samsung ha inoltre diramato un promemoria interno sottolineando l’aumento dei rischi per la sicurezza con il diffondersi dell’intelligenza artificiale e mettendo alla luce le preoccupazioni riguardo ai dati inviati durante le conversazioni, nonché i potenziali danni dovuti a uno scarso controllo sui dati archiviati su server esterni, anche per un eventuale recupero ed eliminazione.

L’azienda tiene a precisare che tali misure rimarranno in vigore fin quando non si sarà creato un ambiente sicuro in cui i dipendenti potranno tornare ad utilizzare strumenti software con IA generativa. Fino ad allora, tutti gli impiegati non potranno utilizzare ChatGPT e servizi simili su computer, tablet, telefoni e reti interne di proprietà di Samsung, con il rischio di azioni disciplinari o licenziamento per chi verrà sorpreso a violare tale disposizione.

Ricordiamo che tra le ultime azioni intraprese contro ChatGPT, c’è stata la limitazione provvisoria del trattamento dei dati disposta dal Garante Privacy italiano che ha portato a una sospensione del servizio, decisa da OpenAI, nel nostro Paese. A partire dal 28 aprile scorso, ChatGPT è tornato in Italia e a ricominciato a funzionare regolarmente, senza più bisogno di servizi VPN di terze parti: OpenAI ha fatto proprie le prescrizioni del Garante e si è adeguata di conseguenza.

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